domenica 7 agosto 2022

Tredici vite (Thirteen Lives, 2022) di Ron Howard

Thailandia, giugno 2018. Dodici adolescenti che militano in una squadra di calcio locale rimangono intrappolati, insieme al loro allenatore, nelle grotte di Tham Luang, che si allagano improvvisamente poco dopo il loro ingresso a causa delle massicce piogge monsoniche. Bloccati all'interno di una camera rocciosa distante diversi chilometri dall'entrata, con poca aria e senza cibo, i ragazzi si fanno coraggio e cercano di resistere grazie alla forza di spirito che gli viene infusa dal loro coach. Il tragico evento assume ben presto risonanza mondiale, attirando sul sito giornalisti, volontari e curiosi che si uniscono al dolore dei parenti nel tentativo di dare una mano. Un gruppo di esperti sommozzatori speleologi inglesi riuscirà per primo a raggiungere i dispersi dopo una lunga e pericolosa immersione attraverso stretti cunicoli, resa ancora più complicata dalla forza delle correnti dovute all'acqua piovana che continua a penetrare nelle grotte attraverso la montagna. Mentre i giorni passano veloci e il temporale concede una momentanea pausa, il vero problema diventa quello di portare fuori i ragazzi, attraverso un percorso lungo e spaventoso che mette a dura prova anche i subacquei più abili. Questo avvincente dramma di azione tratto da una storia vera, prodotto dalla MGM, scritto da William Nicholson e diretto con tocco sapiente da Ron Howard, è un bel film di avventure subacquee (probabilmente poco adatto a coloro che soffrono di claustrofobia), che celebra, senza enfasi ma con appassionata partecipazione, quegli eroi e quei coraggiosi volontari che, nel luglio 2018, riuscirono in un'impresa disperata, rischiando le loro vite per salvarne 13 (come recitato suggestivamente dal titolo). Il famoso e prolifico regista americano, troppo spesso invischiato in imbarazzanti blockbuster fracassoni, realizza uno dei suoi film migliori, dimostrando finalmente un giusto senso della misura in questo felice connubio tra tensione drammatica, spettacolarità visiva, suspense strisciante, impegno civile, partecipazione umanitaria e rievocazione veemente. Il tutto senza mai eccedere in retorica, ma con un registro stilistico sobrio, secco e teso, quasi dirigendo "alla Clint Eastwood", per regalarci un'opera convincente, impegnativa ed impegnata, che sa andare dritta al cuore della questione: la dedizione e l'altruismo che talvolta emerge in situazioni estreme, mettendo in mostra il meglio della natura umana. Da lodare l'intera squadra di attori (Viggo Mortensen, Colin Farrell, Joel Edgerton, Tom Bateman, Paul Gleeson, Teeradon Supapunpinyo, Sahajak Boonthanakit), tutti calibrati, efficaci e con la faccia giusta nel rispettivo ruolo. Un ulteriore merito, non da poco, da attribuire a regista e sceneggiatore, è quello di aver saputo rendere emotivamente coinvolgente un film il cui finale era già noto in partenza, essendo ispirato ad un celebre fatto di cronaca di cui all'epoca si è molto parlato in tutto il mondo. 
 
Voto:
voto: 3,5/5

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