Un giovane psicopatico schizofrenico, intimamente violento, esce dal carcere, si introduce in una villa isolata e sfoga la sua follia omicida contro una famiglia di tre persone: madre, figlia e figlio disabile. Mattanza finale. Film oscuro, malsano, crudo, crudele e scioccante, opera unica dell'austriaco Gerald Kargl (che ha scritto anche la sceneggiatura insieme a Zbigniew Rybczyński). Produzione austriaca girata a basso costo e mai uscito in sala nel nostro paese, dove arrivò in VHS passando quasi inosservato e finendo rapidamente nell'oblio. Conosciuto solo dai cinefili o dagli incalliti appassionati dell'horror underground, per i quali è un cult assoluto, fece parlare di sé in maniera moderatamente più "ampia" nel 2006, quando venne ridistribuito in una versione in DVD dalla Epix (con il titolo alternativo di Schizophrenia) e con l'aggiunta di un didascalico prologo di 8 minuti che introduce lo spettatore in ciò che sta per vedere, attraverso un racconto pseudo-cronachistico che descrive la personalità e le nefaste gesta passate del protagonista, killer senza nome ispirato alla reale vicenda di Werner Kniesek, assassino seriale austriaco che, nel 1980, commise delitti molto simili a quelli narrati nel film. Lo stesso Kargl, che supervisionò l'edizione del 2006 e che nel frattempo era divenuto famoso in ambito televisivo per documentari di stampo educativo, decise anche di modificare la sequenza più efferata rendendola meno esplicita e atroce. Potrebbe sembrare strano ma la versione migliore (e consigliata agli amanti del genere) è quella originale del 1983, perchè più pura e disturbante nella sua totale mancanza di riferimenti: un vero incubo audiovisivo, a suo modo memorabile, per come lo spettatore viene immerso totalmente nella mente alterata del protagonista, attraverso l'utilizzo artistico di soluzioni tecniche artigianali (camera a mano, snorricam, sonorità stordenti, voice over che esprime i pensieri del killer in modo caotico e inquietante), rendendo così quest'opera qualcosa di ben più alto rispetto al b-movie di sadica macelleria che potrebbe apparire a prima vista. Anche l'accostamento allucinante tra morte ed erotismo, con l'evidente piacere fisico che l'omicida sembra provare durante l'esercizio della violenza, lascia il segno, produce forti vertigini morali ed è, probabilmente, la cosa più agghiacciante del film. E' ovviamente un prodotto di nicchia assolutamente sconsigliato alle persone sensibili e non avvezze agli horror impressionanti, ma è un must per i cultori del cinema di genere che amano esplorare i percorsi lontani dal mainstream. Eccellente interpretazione del protagonista Erwin Leder, la cui carriera è poi proseguita in modo altalenante, con partecipazioni anche a grosse produzioni hollywoodiane, ma sempre in ruoli secondari. Angst era l'horror preferito di Lucio Fulci ed il franco-argentino Gaspar Noé lo ha sempre citato come una delle sue maggiori fonti di ispirazione, additandolo addirittura come capolavoro. Ma i più attenti potranno notare come anche il cinema del ben più illustre Michael Haneke abbia probabilmente attinto qualcosa da quest'opera sconvolgente.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento