sabato 6 gennaio 2018

Chiamami col tuo nome (Call Me by Your Name, 2017) di Luca Guadagnino

Italia settentrionale, estate del 1983: il diciassettenne Elio, unico figlio di una colta famiglia alto borghese di origine ebraica, italiana e americana, vive con inquieta energia e sincero slancio la delicata fase di scoperta della propria sessualità. Coccolato da due genitori amorevoli, che però sembrano maggiormente attenti alla sua istruzione e al suo talento musicale che alla sua nervosa curiosità sessuale, e corteggiato insistentemente dall'acerba Marzia, Elio trascorre le afose giornate estive nella residenza familiare di campagna, nei pressi di Crema, nell'attesa di un evento che possa accendere la sua tumultuosa passione interiore, faticosamente tenuta a freno. L'arrivo dell'affascinante Oliver, vitale studente americano ventiquattrenne che sarà loro ospite per sei settimane per una collaborazione accademica con suo padre, insigne docente universitario di archeologia, cambierà per sempre l'esistenza del ragazzo. Tratto dall'omonimo romanzo di André Aciman, sceneggiato da James Ivory e diretto da Luca Guadagnino (inizialmente assunto come consulente per le locations e poi subentrato come regista in corso d'opera dopo un lungo tira e molla con il celebre collega statunitense), l'opus numero cinque dell'autore siciliano è un elegante e luminoso melodramma di formazione sul tema del desiderio, della passione e della scoperta del sesso, affrontato con grazia, esuberanza e malinconico trasporto, assecondando la prospettiva giovanile. Unanimemente acclamato dalla critica internazionale e da molti considerato come uno dei sicuri protagonisti ai prossimi premi Oscar 2018, Chiamami col tuo nome è un film di corpi, di pulsioni e di sensi, sospeso tra il classicismo decadente delle ambientazioni, il quieto immobilismo di una famiglia borghese, erudita e poliglotta (nella versione originale i dialoghi avvengono continuamente in inglese, francese e italiano) e la sensualità rigogliosa dei due giovani protagonisti, affamati di emozioni e voluttuosamente voraci nella ricerca della propria identità attraverso la carnalità. Come nelle opere precedenti del regista, il contrasto tra le restrizioni dell'ambiente familiare (in questo caso intellettuale ed elitario) e la vitalità prorompente dei personaggi, trova il suo inevitabile sfogo attraverso il sesso. Un sesso, in questo caso omosessuale, che finisce per travolgere ogni cosa pur senza mai dissipare quel senso di confusione interiore tipico dell'essere umano. Guadagnino omaggia in maniera chiarissima i suoi personali miti cinematografici: soprattutto Bertolucci, perchè è impossibile non pensare a Io ballo da sola guardando questo film, ma anche Rohmer, Visconti e Renoir. Evitando saggiamente ogni indulgenza sentimentalistica, l'opera procede agilmente tra tensione sensuale, intimo tormento e qualche inciampo non di poco conto, tra cui citiamo l'irritante scelta di rappresentare gli stranieri come colti e raffinati e gli italiani come villici o arroganti zoticoni. E senza dimenticare la discussa (ed inutile) scena della pesca: una metafora al limite del trash che è indubbiamente il punto più basso della pellicola. Anche la puntigliosa contestualizzazione "craxiana" del momento sociale del nostro paese appare come un mero stereotipo di dubbia efficacia narrativa, pur nella sua marginalità. I momenti migliori sono tutti nell'intenso rapporto tra i due protagonisti, interpretati con lodevole efficacia da Timothée Chalamet ed Armie Hammer, e nel finale che ci consegna le sequenze più emozionanti: l'accorato (e sorprendente) discorso/confessione dell'austero padre/professore al figlio Elio ed il sofferto epilogo durante i titoli di coda. Completano il cast Michael Stuhlbarg, Esther Garrel e Amira Casar. Finemente evocative le musiche originali composte da Sufjan Stevens, che fungono da contrappunto emotivo nel segmento conclusivo del film, in luogo della più convenzionale voce fuori campo inizialmente prevista nella prima stesura della sceneggiatura di Ivory.

Voto:
voto: 3,5/5

Nessun commento:

Posta un commento