venerdì 6 maggio 2022

Il ritorno di Mary Poppins (Mary Poppins Returns, 2018) di Rob Marshall

Londra, 1935. Michael Banks è diventato adulto, è vedovo e vive ancora nella sua vecchia casa, al numero 17 di Viale dei Ciliegi, insieme a tre figli a cui badare, per i quali ha dovuto mettere da parte la sua ambizione di diventare un pittore ed ha accettato il più sicuro lavoro di bancario, esattamente come suo padre. Ma negli anni difficili della crisi economica c'è poco spazio per i sogni: Michael è in precarie condizioni finanziarie e rischia di perdere la sua amata dimora, se non riuscirà a trovare una rapida soluzione. Ed ecco arrivare dal cielo, di nuovo, Mary Poppins in soccorso dei Banks: sia di quelli "vecchi" che di quelli nuovi. Perchè nella grigia monotonia della vita quotidiana c'è sempre bisogno di un cambiamento del vento che possa portare un pizzico di magia. Dopo lo straordinario successo mondiale di Mary Poppins (1964) di Robert Stevenson, che divenne fin da subito un super classico della Disney entrando nel cuore di grandi e piccini di ogni latitudine, si cominciò a parlare immediatamente di un sequel. Del resto il materiale narrativo da cui trarre ispirazione non mancava di certo, visto che l'autrice Pamela Lyndon Travers scrisse ben 8 libri dedicati al personaggio della magica tata che tutti avremmo voluto avere. Ma il progetto, bloccato fin da subito dalle celeberrime intransigenze della Travers in merito agli adattamenti della sua famosa eroina, è rimasto in cantiere a lungo, più volte annunciato, smentito e rimandato, fino al 2015 in cui ha visto la luce grazie all'accordo tra la potente major californiana e gli eredi della scrittrice anglo-australiana. Scritto da David Magee, diretto da Rob Marshall, musicato da Marc Shaiman e principalmente ispirato al secondo racconto della Travers ("Mary Poppins ritorna", pubblicato nel 1935), questo revival fuori tempo massimo è sia un sequel che un remake dell'originale, ambientato 24 anni dopo gli eventi narrati nel film di Stevenson e strabordante di enfasi zuccherosa, invenzioni visive, colori sgargianti, buoni sentimenti, balletti vivaci, canzoni spiritose e caroselli coreografici. Giocando in maniera evidente sia sull'effetto nostalgia che sull'utilizzo dei moderni effetti visivi, attualizzati alla concezione estetica patinata, sgargiante, ma anche fasulla, tipica della computer grafica, il film di Marshall garantisce un leggero intrattenimento per famiglie, ma non riesce mai a ricreare lo spirito magico e sognante del predecessore, nè a toccare il cuore del pubblico con la medesima grazia innocente. I tempi sono cambiati, gli spettatori non sono più quelli degli anni '60 e non è più sufficiente un poco di zucchero per indorare la pillola, ma la sfida sostenuta dalla Disney (indubbiamente ambiziosa) non si è rivelata un fallimento dal punto di vista commerciale, ottenendo comunque dei buoni incassi a livello mondiale ed un responso critico tendenzialmente benevolo. E' chiaro a tutti che i punti di forza assoluti della pellicola del '64 erano il personaggio di Mary Poppins, nell'iconica interpretazione di Julie Andrews, e le magnifiche canzoni scritte da Richard M. Sherman, Robert B. Sherman e Irwin Kostal, divenute dei tormentoni popolari sempre verdi. In questo ritorno della tata volante portata dal vento dell'est, la cruciale scelta della protagonista (Emily Blunt) risulta azzeccata; la brava attrice londinese riesce ad essere amabile, spontanea, spigliata e credibile, senza far rimpiangere troppo la leggenda vivente Julie Andrews. Piuttosto il punto debole sono le nuove canzoni originali che non si fissano in alcun modo nell'immaginario e non vanno oltre un garbato ricalco privo di lampi emozionali. Il cast, che annovera nomi come Meryl Streep, Colin Firth, Angela Lansbury, Ben Whishaw, Emily Mortimer, Lin-Manuel Miranda e Joel Dawson, vede il ritorno di Dick Van Dyke in un piccolo cameo celebrativo (che è stato invece rifiutato dalla Andrews per lasciare totalmente la ribalta alla Blunt. Parole sue). Il film ha avuto 4 candidature tecniche agli Oscar 2019 e, nella versione italiana, si avvale della voce di Serena Rossi per doppiare le parti cantate da Mary Poppins/Emily Blunt.

Voto:
voto: 2,5/5

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