sabato 7 ottobre 2017

It (It, 2017) di Andy Muschietti

La città di Derry nel Maine, apparentemente amena e tranquilla, nasconde un oscuro e terribile segreto: una mostruosa creatura diabolica, genericamente chiamata "It", che vive nelle fogne e si risveglia ogni 27 anni per uccidere bambini, di cui si nutre, facendo scempio delle loro carni innocenti. It è un essere antico, feroce e dotato di straordinari poteri mentali che gli consentono di apparire in modo diverso a seconda della situazione, assumendo la forma della paura più grande del malcapitato a cui appare. La connotazione prediletta dal mostro è quella del clown Pennywise, abilissimo ad attirare i bambini in una trappola mortale con i suoi modi ammiccanti, la cui apparizione è solitamente anticipata da un palloncino rosso. La tragica morte del piccolo George di sette anni, mutilato e trascinato in un tombino da Pennywise in una piovosa giornata di ottobre, spinge suo fratello maggiore Bill a mettersi sulle tracce della creatura per vendicarsi, liberando in tal modo la cittadina dalla sua malefica presenza e il suo animo dal peso del senso di colpa. A lui si uniscono altri sei adolescenti coraggiosi (cinque maschi e una femmina, la risoluta Beverly) dando vita al così detto "Club dei Perdenti", la cui missione imperativa è quella di distruggere It. Ma il mostro ha tante facce quante risorse e sa usare il potere della paura a suo vantaggio per infiacchire gli avversari, che potranno opporre strenuamente soltanto il loro coraggio e la forza della coesione di gruppo. Stephen King è il più grande e famoso scrittore horror contemporaneo, capace di creare incubi per i lettori di tutto il mondo da oltre 40 anni senza dare ancora segni di stanchezza o di cedimento. Tra i suoi tanti romanzi, che annoverano diversi capolavori, "It" (1986) è probabilmente il migliore, sicuramente il più personale, allegorico, rappresentativo e annoverabile come manifesto ideale delle sue ossessioni tematiche. "It" è un libro "fiume" (la versione italiana conta quasi 1.300 pagine) di oscura fascinazione e di debordante genialità che ha segnato l'immaginario di almeno due generazioni di appassionati di horror, influenzando pesantemente l'intero genere, anche dal punto di vista cinematografico. Chi conosce il romanzo sa perfettamente le difficoltà intrinseche al suo adattamento per il grande schermo, non solo per la lunghezza ma soprattutto per i numerosi personaggi, tutti splendidamente caratterizzati, per le atmosfere inquietanti, le invenzioni fantastiche e  i continui salti temporali: la storia si svolge infatti in due parti che corrispondono ai due scontri tra il mostro e i "perdenti", uno che avviene nel 1958, in cui i "perdenti" sono adolescenti, e uno che ha luogo 27 anni dopo, con i protagonisti adulti che tornano a Derry per mantenere fede al loro giuramento dopo il nuovo risveglio di It. Non a caso ci sono volute tre decadi (!) per vedere realizzata la prima vera trasposizione cinematografica del libro cult del bardo del Maine, se si esclude la serie televisiva in due parti del 1990 (con un magnifico Tim Curry nel ruolo di Pennywise) che, nonostante le numerose ingenuità e approssimazioni, ebbe comunque un buon successo di pubblico e vanta ancora oggi schiere di ammiratori nostalgici. Tutto questo ha reso il film dell'argentino Andrés Muschietti l'horror più atteso dell'anno e, probabilmente, del decennio. La pellicola, che ha avuto uno straordinario successo al botteghino, impensabile in codeste proporzioni, racconta solo la prima metà del libro di King (con i "perdenti" adolescenti impegnati contro la creatura demoniaca), spostando l'ambientazione dagli anni '50 agli anni '80 ed abolendo i salti temporali in favore di una struttura lineare ben più semplice. La seconda parte sarà raccontata in un secondo film, a questo punto ancora diretto da Muschietti visto l'alto gradimento di pubblico e critica, che uscirà nelle sale ad ottobre 2018. Diciamo subito che questo primo capitolo della sfida tra It e i "perdenti" è un horror realizzato con grande capacità tecnica e con evidente "amore" per l'opera ispiratrice, felicissimo nelle ambientazioni e nella scelta dei protagonisti e totalmente fedele allo spirito del romanzo, nonostante le inevitabili omissioni e differenze dovute alle esigenze di un mezzo totalmente diverso come il cinema. Lo spettacolo e la suspense sono assicurati e i fans di King troveranno pane per i loro denti nelle numerose scene di paura costruite con sapienza e con un'audacia splatter atipica per un prodotto hollywoodiano come questo. La potenza delle pagine del libro nella celebrazione nostalgica della magia e del potere immaginifico dell'infanzia viene egregiamente catturata e restituita da immagini fortemente evocative, da magnifiche sequenze corali e da un senso dolce amaro di malinconia per la "bella età", che rende quest'opera non troppo distante dallo splendido Stand by me di Rob Reiner, che resta a tutt'oggi una delle migliori trasposizioni cinematografiche di un racconto di King. Risulta invece meno evidente il sottile livello metaforico presente nel sottotesto di "It", in cui appare ben chiaro come il cuore della vicenda sia la perdita dell'innocenza, la paura di crescere e la fine dell'infanzia, che viene "assassinata" impunemente dal male presente nel mondo degli adulti, di cui It/Pennywise è solo il mero simbolo fantastico. Anche la scelta (tipicamente hollywoodiana) di rinunciare a una delle sequenze più forti, scabrose e possenti del romanzo (il rapporto sessuale di gruppo che Beverly decide di consumare con tutti i "perdenti" per rafforzare la loro unione con un gesto rituale) è un punto a sfavore che di certo lascerà l'amaro in bocca ai fans incalliti dell'opera letteraria. In ogni caso siamo di fronte a una pellicola accattivante, agile e ben sopra la media del genere, carica di suggestioni e di momenti memorabili (assolutamente straordinaria la tragica scena simbolo iniziale dell'omicidio del piccolo George), che lascia ben sperare per l'epilogo dell'anno prossimo. Nel cast i più bravi sono Sophia Lillis (Beverly), Jaeden Lieberher (Bill) e Bill Skarsgård nell'iconico ruolo di Pennywise, che, esattamente come fatto da Heath Ledger con il Joker rispetto alla precedente interpretazione di Jack Nicholson, adotta un registro recitativo totalmente diverso da quello di Tim Curry, rendendo il suo clown più viscido, mellifluo e crudele. E per "It parte II" già si fa il nome di Jessica Chastain per interpretare la Beverly adulta. Non c'è che da augurarselo e aspettare il ritorno di Pennywise dall'oscurità delle fogne di Derry, città immaginaria inventata da King ispirandosi alla sua Bangor, segno chiarissimo dell'impronta autobiografica e psicoanalitica dell'opera in cui la componente ambientale ha un ruolo decisivo (e mostruoso per la sua ferocia) nella fine prematura della magia infantile. E chi pensa, ingenuamente, che "It" (il romanzo) parli solo di mostri soprannaturali, di pagliacci sadici e di omicidi efferati, è caldamente invitato a riflettere in merito. "It" è un intenso elogio della fantasia dell'infanzia, di cui esalta l'incantata lievezza e lo spudorato potere, pur tracciandone un mesto epitaffio rievocativo, perchè il mostro che mangia i bambini altro non è che la crudeltà dell'età adulta che divora tutto il bello dello spirito infantile. Ed è proprio questo efficace simbolismo fiabesco che ha decretato il grande successo popolare del libro, per la sua capacità di far vibrare nel profondo corde emotive presenti in ognuno di noi.

Voto:
voto: 3,5/5

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