lunedì 23 ottobre 2023

Mon Crime - La colpevole sono io (Mon crime, 2023) di François Ozon

Nella Parigi degli anni '30 la giovane aspirante attrice Madeleine Verdier, perennemente in bolletta, finisce al centro di un caso giudiziario di grande impatto mediatico, quando viene accusata dell'omicidio di un potente produttore cinematografico, rinomato sottaniere, trovato ucciso con un colpo di pistola nella sua residenza. Madeleine, che è stata una delle ultime persone a vederlo, racconta di essere stata aggredita sessualmente dall'uomo durante un'audizione, ma si dichiara innocente, dicendo di essersi difesa ed aver lasciato la casa sconvolta senza però avergli torto un capello. I diversi indizi presenti contro di lei porteranno rapidamente al processo, in cui la ragazza sceglierà come difensore la sua amica e coinquilina Pauline, avvocatessa inesperta e squattrinata che cerca in tutti i modi di costruirsi una carriera. Durante il dibattimento le due donne hanno un'idea follemente azzardata: accusarsi dell'omicidio come legittima difesa da un tentativo di stupro e sfruttare la risonanza mediatica del caso per tramutare il procedimento legale in una pubblica arringa in difesa delle donne, discriminate, maltrattate e messe sempre in secondo piano dal maschilismo paternalistico imperante nella società francese. Il piano sembra riuscire alla perfezione, ma i colpi di scena sono appena all'inizio. Brillante e sofisticata commedia travestita da giallo, scritta e diretta da François Ozon, e interpretata con briosa verve da una squadra di attori sopraffini, tra cui spiccano i tre personaggi femminili principali che hanno il volto e il corpo di Nadia Tereszkiewicz, Rebecca Marder e la grande Isabelle Huppert, in un ruolo che le calza a pennello e in cui la diva francese si diverte a tirar fuori tutto il suo elegante istrionismo. E' un film scanzonato, esilarante, insolente e delizioso, un'autentica commedia degli inganni alla francese, teatrale nel senso più positivo del termine, carico di omaggi alla screwball comedy della Hollywood del periodo aureo e totalmente schierato dalla parte delle donne e della loro emancipazione rispetto agli atavici modelli retrogradi imposti da una società maschilista, in cui il potere è sempre stato nelle mani degli uomini. Il cinema dell'autore è, fin dagli inizi, tipicamente declinato al femminile ed ha sempre scandagliato, spesso con audace profondità e sottigliezza di sfumature, la psicologia delle donne, cercando di metterle in risalto  e di donar loro la giusta visibilità a tutto tondo, piuttosto che capirle o assecondarle. E questo inno femminista d'epoca, divertito e divertente, carico di glamour e di ambiguità tematiche, riesce pienamente nell'intento, facendo riflettere e intrattenendo con vivace intelligenza, ma senza mai prendersi troppo sul serio. Il film è ispirato, invero molto liberamente, alla pièce teatrale omonima, scritta da Georges Berr e Louis Verneuil nel 1934 e già adattata per il cinema due volte: con La moglie bugiarda (True Confession, 1937) di Wesley Ruggles e con Bionda fra le sbarre (Cross My Heart, 1946) di John Berry. Ma con risultati ben meno scintillanti rispetto a questa nuova versione firmata da Ozon.

Voto:
voto: 3,5/5

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