Lo scrivano pubblico Felice Sciosciammocca e il fotografo ambulante Pasquale sono due poveri in canna alle prese con la miseria quotidiana e i litigi familiari provocati dalle assillanti donne di casa. Un giorno ricevono la strana proposta del marchesino Eugenio, che intende chiedere la mano della bella figlia di un cuoco arricchito ma che non ha il consenso del padre pedante, e li vuole assumere per recitare la parte dei suoi parenti, facendoli travestire da nobili. I due compari accettano senza indugio e la messa in scena sembra funzionare, fino a quando irrompe l'iraconda donna Luisella, compagna di Felice, che, adirata per non essere stata coinvolta nella "recita", fa venir fuori l'inganno. Ma il lieto fine è garantito per gli strampalati e simpatici imbroglioni. Celeberrima e spassosa commedia farsesca, ricca di momenti irresistibili e di colorite invenzioni comiche, tratta dall'omonimo testo teatrale di Eduardo Scarpetta che fu anche la sua opera di maggiore successo e popolarità. Con alcune modifiche di sceneggiatura apportate da Ruggero Maccari, il film diverte con leggerezza, si avvale dell'estro brioso di un cast in grande spolvero (che al mattatore Totò vede affiancati Franca Faldini, Sophia Loren, Enzo Turco, Dolores Palumbo, Gianni Cavalieri e Carlo Croccolo) e fornisce un ritratto tenero e colorito dell'Italia popolana post bellica, ancora alla prese con la povertà e la dura lotta per la sopravvivenza giornaliera. E' un valido esempio di teatro filmato che sembra quasi crogiolarsi nella sua origine d'ispirazione pur rinfrescandola con una verve satirica di amabile cialtroneria. Memorabile la sequenza dell'orgia di pastasciutta, con gli spaghetti voracemente divorati con le mani o conservati nelle tasche dei pantaloni, rimasta nell'immaginario collettivo come simbolo goliardico di un'epoca difficile. Tra gli attori Totò è bravissimo, la Loren stupenda e la Faldini di luminosa eleganza.
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