lunedì 20 giugno 2022

Case 39 (2009) di Christian Alvart

L'assistente sociale Emily Jenkins, single e totalmente dedita al suo delicato lavoro con i minori che vivono situazioni familiari difficili, viene assorbita, anche a livello emotivo personale, dal così detto "caso n. 39", che riguarda la piccola Lillith Sullivan, 10 anni, che soffre a causa di due genitori in apparenza psicotici. Nonostante la diffidenza del suo capo e di un suo fidato collaboratore che lavora nella polizia, Emily prende a cuore la situazione di Lillith, stringe con lei un sincero legame affettivo e riesce a salvarla in extremis da un brutale tentativo di omicidio da parte dei suoi. Grazie alla sua tenacia la donna ottiene l'affidamento temporaneo della bambina e l'accoglie in casa propria con grande entusiasmo. Ma quando strani fenomeni iniziano a susseguirsi, Emily si troverà di fronte ad un arduo dilemma e finirà per mettere in dubbio le sue certezze. Questo horror diretto dal tedesco Christian Alvart, che si avvale di un cast di tutto rispetto che annovera nomi come Renée Zellweger, Ian McShane e Bradley Cooper, è un film dai due volti, che nella prima metà si svolge come un classico dramma socio-familiare con venature da thriller, e poi, dopo la svolta rivelatrice che giunge più o meno a metà, diventa una pellicola di orrore soprannaturale, fortemente aderente ai più tipici canoni e cliché del genere. Senza dubbio la tranche iniziale è da preferire, se non altro per le atmosfere ambigue e minacciose che riesce ad evocare, ma poi tutto si disperde in un accumulo ripetitivo (e derivativo) di cose già viste, di cui lo spettatore smaliziato non farà fatica a prevedere l'evoluzione programmatica. L'unico indiscutibile punto di forza dell'opera (che poi è anche il solo vero motivo valido che ne può giustificare la visione) è la bravura della piccola coprotagonista, la canadese Jodelle Ferland, che mette in riga tutti gli altri membri del cast e ci regala una performance da brividi. Per evitare ogni possibile forma di spoiler sulla trama eviterò attentamente di citare le diverse "fonti di ispirazione" di questo film essenzialmente innocuo, a cui comunque gli spettatori non faticheranno poi troppo per arrivare. Da citare una sequenza di forte impatto che vede protagonista Bradley Cooper e che farà inorridire coloro che soffrono di "sfecsofobia".
 
Voto:
voto: 2,5/5

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