sabato 18 giugno 2022

King Kong (1976) di John Guillermin

Una spedizione finanziata dalla compagnia petrolifera americana Petrox, parte dall'Indonesia alla ricerca di una fantomatica isola selvaggia dell'Oceano Indiano, perennemente nascosta da un fitto banco di nebbia. Il magnate della multinazionale è convinto che l'isola contenga un enorme giacimento di greggio da sfruttare a suo vantaggio. Sulla nave si aggiungono due imprevisti passeggeri: un paleontologo avventuriero dai nobili ideali, Jack Prescott, ed una bella naufraga di nome Dawn, sopravvissuta miracolosamente all'esplosione di uno yacht. Una volta giunti sull'isola misteriosa gli uomini troveranno incredibili sorprese a cui non erano preparati: una tribù di indigeni ostili che vivono nell'eterna paura del re incontrastato del luogo: un gigantesco gorilla chiamato Kong. I locali rapiscono Dawn per sacrificarla a Kong, sperando così di placarne le ire selvagge, ma il potere della bellezza femminile riuscirà, con effetti imprevisti e tragici, a soggiogare anche la ferocia ancestrale dello spaventoso gorilla. Questo remake "modernizzato" del grande classico della RKO, King Kong (1933) di Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack, pietra miliare del cinema fantastico capace di creare un'icona senza tempo, rileggendo in chiave fantasy avventurosa il mito de "la bella e la bestia", è una grande macchina spettacolare prodotta (e fortemente voluta) dal nostro Dino De Laurentiis, scritto da Lorenzo Semple Jr. e diretto con mano sicura dall'inglese John Guillermin, a suo agio con le mega produzioni di genere catastrofico. Possiede tutti i limiti di un prodotto hollywoodiano concepito per il successo commerciale (che difatti ottenne in grande misura), sposta l'azione dal tempo della Grande Depressione agli anni '70 (ovvero all'età contemporanea alla sua uscita), modifica tutti i nomi dei personaggi e parecchie situazioni (la più clamorosa è il "teatro" del leggendario epilogo newyorkese, con le Torri Gemelle che prendono il posto dell'Empire State Building, dove avviene lo scontro finale tra Kong e gli umani che lo hanno strappato dal suo regno per sfruttarlo come fenomeno da baraccone) e sostituisce la valenza onirica dell'impossibile attrazione erotica tra il gorilla e la ragazza con ammiccamenti ben più espliciti, ma inevitabilmente meno affascinanti. Resta comunque un "giocattolone" appassionante, divertente, ben oliato nelle svolte narrative e impreziosito dai magnifici effetti speciali animatronici creati dall'italiano Carlo Rambaldi (e premiati con un Oscar speciale, Special Achievement Award) e dalla presenza scenica di un giovane Jeff Bridges e della splendida esordiente Jessica Lange, bella da fare male (al gorilla ma non solo). Esiste anche una versione "integrale" del film, uscita in DVD negli anni '90, che contiene una lunga serie di scene eliminate dalla directors'cut. Nel 1986 John Guillermin ne ha anche diretto un seguito, King Kong 2 (King Kong Lives), inopportuno e scadente, con cui ha chiuso la sua carriera.
 
Voto:
voto: 3/5

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