sabato 18 giugno 2022

Malignant (2021) di James Wan

La giovane Madison ha un passato oscuro legato alla sua traumatica infanzia, una sorella amorevole di nome Sydney, un marito balordo alcolizzato che la maltratta ed una serie di gravidanze fallite che non è mai riuscita a portare a termine. Quando inizia una catena di efferati omicidi commessi da un assassino misterioso e inafferrabile, Madison ha delle angoscianti visioni, incredibilmente realistiche, in cui "assiste" ai crimini del "mostro", al quale si sente psichicamente collegata. Così dai ricordi che ha faticosamente cercato di rimuovere, riemergono terribili immagini legate ad un ospedale psichiatrico ed a Gabriel, il suo amico immaginario dell'età infantile, che sembra essere proprio il killer sanguinario che terrorizza l'intera città. Mentre la polizia indaga e non crede alla sua incredibile storia, Madison diventa la sospettata numero uno dei delitti del "mostro". Ma chi è in realtà Gabriel? L'undicesimo lungometraggio del malese naturalizzato australiano James Wan, divenuto famoso per horror di grande successo popolare come Saw - L'enigmista (Saw, 2004) e L'evocazione - The Conjuring (The Conjuring, 2013), o per blockbuster hollywoodiani quali Fast & Furious 7 (Furious 7, 2015) e Aquaman (2018), è un horror raccapricciante che si colloca tra il thriller psicologico, gli slasher anni '80, il giallo di tensione ed i film di paura sui "mostri" che emergono dal buio. Nato da un'idea del regista e scritto da Akela Cooper, risulta molto efficace nella prima parte e riesce a sorprendere con discreta originalità e con inquietante spavento nel momento topico in cui si svela l'identità (e la natura) dell'assassino misterioso chiamato Gabriel. Ma poi, nel lungo segmento finale, la pellicola si sfilaccia, si ingolfa, deborda, assume connotati di maldestra esagerazione e finisce in pericoloso bilico tra lo splatter esagitato ed il ridicolo involontario. Contiene una lunga serie di citazioni al cinema di genere italiano degli anni '70 (Dario Argento, Mario Bava e relativi epigoni), agli psico-thriller di Brian De Palma e al body-horror di David Cronenberg, senza dimenticare il misconosciuto "B-movie" Basket Case (1982) di Frank Henenlotter, che è stato, probabilmente, la principale fonte di ispirazione. A parte il buon colpo di scena che idealmente "spezza" il film in due tronconi disomogenei, una sequenza particolarmente riuscita è quella dell'inseguimento notturno ambientato nella Seattle sotterranea, in cui il tempo sembra essersi fermato al XIX secolo. Nel cast appare a suo agio la protagonista Annabelle Wallis, in versione mora, mentre gli altri personaggi sono di mero contorno, a cominciare dall'improbabile strana coppia di sbirri.

Voto:
voto: 2,5/5

Nessun commento:

Posta un commento