Nel 1926 Julius Robert Oppenheimer è un giovane studente di fisica presso l'università di Cambridge, brillante, arguto, affascinato dalle teorie di Bohr e dall'emergente meccanica quantistica, di cui sarà uno dei primi e più attivi sostenitori tra gli americani, contribuendo in maniera decisiva alla sua diffusione negli Stati Uniti. Uomo complicato e anticonformista, Oppenheimer ha una vita molto attiva anche al di fuori della scienza, frequentando circoli intellettuali, avvicinandosi all'ideologia comunista, sostenendo la causa politica dei ribelli spagnoli contro il franchismo e impelagandosi in burrascose relazioni sentimentali con belle donne, con le quali riscuote un largo successo. Nel 1942, durante la Seconda Guerra Mondiale, viene messo a capo del team scientifico del "progetto Manhattan", per costruire, nella location segreta di Los Alamos (Nuovo Messico), la prima arma nucleare per un possibile utilizzo bellico contro il nemico nazista o giapponese. Dopo il successo dell'operazione, Oppenheimer diventa famosissimo ma, nel 1954, è costretto a difendersi dalle gravi accuse che lo indicano come spia sovietica per i suoi "pericolosi" trascorsi giovanili. Il suo principale avversario è il potente politico Lewis Strauss, ex direttore della AEC (la Commissione americana per l'energia atomica), che ha sempre visto in lui un personaggio scomodo ed un possibile capro espiatorio dei suoi svariati magheggi. Il primo film biografico di Christopher Nolan è un dramma storico lungo e denso, idealmente diviso in tre parti (la giovinezza, Los Alamos e le commissioni d'inchiesta), liberamente ispirato al racconto "Robert Oppenheimer, il padre della bomba atomica" di Kai Bird e Martin J. Sherwin, da cui lo stesso Nolan ha tratto la ricca sceneggiatura. È un film importante, impegnativo ed elegante, visivamente pregevole, narrativamente dettagliato, concettualmente maturo, storicamente preciso, ideologicamente graffiante nella sua lucida disamina contro il potere (militare, burocratico e soprattutto politico), stilisticamente sopraffino, magnificamente interpretato da un cast stellare e latore di un messaggio eticamente inappuntabile nella sua riflessione caustica sul conflitto tra progresso scientifico e valori morali. Ma è anche un'opera altalenante e non priva di difetti, vedi un montaggio troppo frenetico che rende la prima parte confusa e difficile da seguire (specialmente per gli spettatori poco ferrati con la storia americana di quel periodo e con il gran numero di personaggi implicati nella vicenda) o un utilizzo eccessivamente enfatico del sonoro, che viene usato (stavolta in luogo della colonna sonora) come potente mezzo espressivo, ma risulta talvolta fuori misura. Un altro appunto che si può muovere è l'abuso di effetti didascalici nei momenti visionari, con diverse sequenze che strizzano l'occhio al cinema recente di Terrence Malick, tra cui però va salvata la scena straniante dell'amplesso "in pubblico", che è anche una piacevole novità rispetto allo stile tipico del regista. Il finale, poderoso quanto prevedibile per il suo dovuto senso etico, ha un chiaro sapore didattico, ma è anche inevitabile rispetto alla filosofia anti-sistema che sostiene il film. Due menzioni speciali sono da attribuire: innanzi tutto alla recitazione di alto livello di una grande squadra di attori, in cui spiccano un finalmente ritrovato Robert Downey Jr. (dopo i suoi trascorsi "leggeri" nelle pellicole Marvel), il tormentato protagonista Cillian Murphy, la sempre affidabile Emily Blunt ed una intensa Florence Pugh, che purtroppo viene relegata ad un ruolo marginale per quello che, potenzialmente, era uno dei personaggi più ambigui ed interessanti. E poi non si può non lodare il magistrale lavoro dell'intero comparto tecnico: l'opera è stata girata su supporto IMAX da 70 mm, utilizzando, per la prima volta, sequenze in IMAX con fotografia in bianco e nero, e gli effetti speciali sono stati realizzati prediligendo nettamente sistemi "artigianali" e riducendo al minimo la computer grafica. Il risultato è sontuoso e, per questo, si consiglia la visione del film in una sala attrezzata al meglio per dare più risalto possibile alle tecnologie coinvolte. Gli stilemi usuali dell'autore (il montaggio espressivo, l'uso pregnante del sonoro e la frammentazione temporale) sono ovviamente tutti presenti e stavolta pienamente al servizio della storia, al netto di qualche sporadica indulgenza nell'eccesso autoreferenziale. La pellicola ha riscosso un grande (e per certi versi sorprendente) successo sia commerciale (nonostante il fatto che negli Stati Uniti sia uscito con un "rated R") sia di critica e sarà sicuramente una protagonista di eccellenza ai prossimi premi Oscar del 2024. La Warner Bros. (un tempo abituale major produttrice dei film di Nolan, sostituita dalla Universal dopo l'aspra diatriba con il regista) avrà sicuramente molto da rimpiangere in merito.
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