domenica 2 gennaio 2022

Don't Look Up (2021) di Adam McKay

Kate Dibiasky, brillante dottoranda in astrofisica, scopre quasi per caso l'esistenza di una nuova cometa (che prenderà il suo nome) e sottopone la scoperta all'attenzione del suo mentore, il Dr. Randall Mindy dell'Università del Michigan. Dopo i dovuti controlli e calcoli approfonditi, i due arrivano ad una terribile conclusione: l'asteroide, dal diametro stimato di circa 9 km, colpirà la terra nel giro di sei mesi, abbattendosi in pieno Oceano Pacifico e provocando con una probabilità del 99% l'estinzione della vita sul nostro pianeta, come già accaduto al tempo dei dinosauri. Profondamente turbati i due scienziati si recano subito alla Casa Bianca informando il Presidente degli Stati Uniti, Janie Orlean, ma vengono incredibilmente snobbati e trattati come due allarmisti paranoici. Delusi ma non domi, Randall e Kate decidono di rendere pubblica la notizia, intervenendo come ospiti in diretta nel talk show di informazione più seguito del paese, ma anche qui non vengono presi sul serio, dando inizio ad un grottesco circo mediatico che sembra focalizzarsi su tutto tranne che sul reale pericolo imminente. Il nono lungometraggio del talentuoso Adam McKay, che lo ha anche scritto e prodotto, è un'acida commedia satirico apocalittica che mette alla berlina la stupidità collettiva della società moderna, obnubilata da ignoranza diffusa, da una sottocultura dozzinale a base di slogan e di mode, dal lavaggio del cervello operato dai media (social network, televisione spazzatura, fake news), da un cinismo di massa esasperato dalla perdita di valori, da modelli di vita materialistici e dalla costante sovraesposizione alle informazioni, che ha finito per produrre un effetto di macabra assuefazione. Da questo punto di vista il film è una parodia tragicomica quanto mai attuale, di forte impegno civile, che fa ridere amaramente e fa riflettere sulla deriva contemporanea delle società capitalistiche, leggibile a diversi livelli per le molte tematiche implicate: negazionismo, manipolazione mediatica, corruzione politica, incompetenza dei governanti, abuso di tecnologia, proliferazione di falsa cultura diffusa a mezzo social/hi-tech, fanatismo dei militari, ottusità collettiva, mancanza di ideali, di prospettiva e di visione, ridicolo teatrino quotidiano da parte di politicanti e imbonitori che cavalcano furbescamente l'onda della pubblica idiozia. E' altresì evidente che l'intento dell'autore è quello di abbracciare diversi argomenti più che mai in voga, quali la gestione della pandemia di covid-19 (con tutto il carico di polemiche e scontri ideologici che si sono generati) o la questione dei cambiamenti climatici provocati dall'azione umana palesemente scellerata e i danni catastrofici che questi porteranno inevitabilmente nei prossimi decenni, un tema altresì ampiamente dibattuto e controverso verso il quale i potenti del mondo sembrano generalmente fare orecchie da mercante. Va però detto che, nonostante tutto questo e le buone interpretazioni di un cast stellare che annovera divi come Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence, Meryl Streep, Cate Blanchett, Jonah Hill, Mark Rylance, Ron Perlman e Timothée Chalamet, il film risulta un po' troppo lungo, ripetitivo e dispersivo, meno tagliente e incisivo dal punto di vista satirico rispetto ai precedenti lavori dell'autore, vedi ad esempio La grande scommessa (The Big Short, 2015), e, dopo una prima parte molto brillante, tende ad infiacchirsi su un accumulo di cliché o di idee reiterate e già sciorinate ampiamente in precedenza. La definizione che alcuni hanno azzardato di "Dottor Stranamore del terzo millennio" è totalmente inopportuna e strampalata, ma la pellicola offre comunque una valida istantanea, purtroppo amaramente veritiera, dei nostri tempi caotici, sciocchi, ottenebrati, litigiosi e faziosi. Da segnalare la presenza nel ricco cast della pop star americana Ariana Grande, amatissima dai teenager, che per il film ha composto e interpretato la canzone "Just Look Up".

Voto:
voto: 3/5

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