giovedì 7 agosto 2014

Anche i boia muoiono (Hangmen also Die, 1943) di Fritz Lang

Ambientato in una Praga onirica ed irreale, si ispira all'allora appena avvenuta uccisione del Reichsprotektor Heydrich in un attentato, per condannare la barbarie nazista ed esaltare i movimenti di resistenza. Ma i toni sono tutt’altro che celebrativi. Senza ancora conoscere esattamente lo svolgimento degli avvenimenti, Lang, con la collaborazione alla sceneggiatura di un altro esule illustre, Bertold Brecht, mette in scena il cupo ritratto di una città oppressa dall’angoscia, nel quale il forte risalto espressivo delle immagini e il clima di terrore si potenziano a vicenda. Immerso in una atmosfera da incubo (che richiama quella del capolavoro "M", con un sovrappiù di echi kafkiani, consoni all’ambientazione praghese), il film configura un ambiguo affresco sulla ribellione all’ingiustizia, ma anche sulla delazione e sulla menzogna e sulla relatività dei valori (qui l’eroe è un assassino, anche se l’ucciso è un aguzzino, gli indagatori sono nazisti impegnati in spietate rappresaglie, che la resistenza cerca di limitare, offrendo come "colpevole" un collaborazionista contro il quale, con la partecipazione dell’intera città, vengono fabbricate false prove). Le contraddizioni morali della vicenda suscitarono molte perplessità nella censura, che impose modifiche volte a una più netta distinzione tra buoni e cattivi, indebolendo un po’ il finale, ma il film resta uno dei più potenti e riusciti del grande regista. Fu candidato agli Oscar per le musiche.

Voto:
voto: 4/5

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