giovedì 7 agosto 2014

Che fine ha fatto Baby Jane? (What ever Happened to Baby Jane?, 1962) di Robert Aldrich

Geniale thriller macabro di Aldrich nel quale il grande regista ritrova l’antico cinismo intinto di crudeltà e la smarrita maestria stilistica. Il film ha momenti di agghiacciante tensione e costituisce con i precedenti I diabolici di Clouzot del ’54 e Psycho di Hitchcock del ’60, la trilogia fondante del moderno sottogenere "shocker". Due vecchie sorelle (Bette Davis e Joan Crawford), l'una ex bambina prodigio e l'altra ex diva del cinema muto, ora costretta su una sedia a rotelle, vivono insieme un sadico rapporto di violenza psicologica e fisica, alternandosi nei ruoli di vittima e carnefice. Ciò che colpisce maggiormente è la notevole complessità di costruzione della storia, che innesta nella vicenda narrata (e sovrappone al disegno in nero dei personaggi) la reale rivalità divistica intercorsa tra le due ormai anziane protagoniste e nel ritratto sarcastico di una Hollywood abitata solo da fantasmi del passato (che rinvia al mitico Viale del tramonto di Billy Wilder) si legge il consueto atteggiamento critico del regista, ambiguamente nutrito di rancore e connivenza nei confronti dell’ambiente dello spettacolo. Il risultato è un inquietante saggio di cinema della crudeltà, restato memorabile per intensità emotiva, morbosità psicologica e molteplicità di piani di lettura. La Davis e la Crawford offrono due interpretazioni eccellenti, impegnate in una prova di alto virtuosismo istrionico, al punto che è arduo preferire l'una all'altra. Il film ebbe un grande successo, rilanciando la carriera di Aldrich che viveva un periodo di stasi, al punto che questi, due anni dopo, cercò il bis con un altro thriller gerontofilo, Piano, piano, dolce Carlotta (Hush, Hush, Sweet Charlotte, 1964), sempre con la Davis protagonista. Invero questo film voleva essere un sequel del fortunato predecessore, ma, in seguito al forfait della Crawford, il regista optò per una vicenda simile, ma diversa, accentuando la componente macabra e rendendo più evidenti i debiti con I diabolici di Clouzot. Altrettanto teso e riuscito del precedente, il film fu anch’esso un successo, ancorché meno eclatante.

Voto:
voto: 4/5

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