venerdì 20 gennaio 2017

Cafè Society (Cafè Society, 2016) di Woody Allen

Negli anni ’30 il giovane ebreo newyorkese Bobby Dorfman decide di lasciare la sua famiglia nel Bronx per tentare il successo a Los Angeles con l’aiuto di suo zio Phil, potente produttore cinematografico di Hollywood. Giunto nella mecca del cinema Bobby s’innamora perdutamente della bella segretaria Vonnie, che però è già legata sentimentalmente ad un uomo sposato ben più grande di lei. Bobby non si dà per vinto e cerca in ogni modo di conquistare il cuore della ragazza, ma un’amara sorpresa lo attende. Scintillante commedia nostalgica di Allen, che omaggia i suoi miti (il cinema della vecchia Hollywood, la musica jazz degli anni d’oro), ammicca al passato con riverente melanconia e ripropone con solida coerenza i suoi temi prediletti (la difficoltà dei rapporti di coppia, New York contro Los Angeles, la formazione ebraica, il cinismo esistenziale, l’ineluttabilità del destino). Nonostante una filmografia smisurata che non ammette pause (Allen fa praticamente un film all’anno e questa è la sua 46° pellicola da regista!), il grande autore americano sa ancora regalarci lampi di genio e piccole perle come quest’opera elegantissima e agile, la cui consueta leggerezza del tocco è impreziosita dalla sontuosa confezione estetica, con la splendida fotografia del nostro grande Vittorio Storaro, le ricche scenografie di Santo Loquasto ed il commento musicale jazz abilmente selezionato dallo stesso autore. Tra bettole del Bronx, sfarzose ville hollywoodiane e night club sofisticati, Allen ci offre un’abbagliante fotografia dal gusto retrò della “Cafè Society”, epoca ammirata e idealizzata, ma filtrata attraverso la propria personale concezione della vita e sensibilità artistica. Non mancano, quindi, i graffi alla dissolutezza degli ambienti hollywoodiani, i caustici strali alla religione e l’amaro disincanto in merito alle relazioni umane, perennemente fugaci e fallibili a causa della congenita debolezza dei suoi protagonisti. Il finale beffardo ambientato nella notte di Capodanno è un po’ un compendio dell’Allen pensiero in merito al rapporto di coppia e lo sguardo, ormai maturo, dell’autore sembra accarezzare con bonaria saggezza i bei volti dei suoi giovani attori, costretti a fare i conti con la realtà. Quello che manca è la tipica battuta fulminante che suggella il senso tragicomico della vicenda, ma dobbiamo accontentarci di un sapido aforisma che il regista fa pronuciare al giovane Bobby: “La vita è una commedia scritta da un sadico commediografo”. Nel grande cast segnaliamo: Jesse Eisenberg, Kristen Stewart, Blake Lively e Steve Carell, che svetta su tutti gli altri confermando la sua recente predisposizione ai ruoli drammatici.

Voto:
voto: 4/5

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