La
famiglia Cash, sotto la guida intransigente del carismatico Ben (hippie
anarchico, naturalista e anticonvenzionale), vive felicemente, per scelta, nei
boschi del Nord America, evitando le tentazioni del consumismo, le comodità del
progresso tecnologico e le restrizioni ideologiche imposte dai poteri politici
o religiosi che tendono alla conformazione spersonalizzante degli individui. Il
rude Ben ha deciso di abbandonare gli agi opulenti della civiltà del benessere
materiale in nome di una vita sana, libera, selvaggia, all’insegna della
natura, della spiritualità, del vigore fisico e della cultura, con cui ha
cresciuto i suoi sei figli attraverso l’assidua lettura di grandi classici e la
costante ricerca di un dialogo democraticamente costruttivo e libero da ogni
tabù. Ma, un giorno, la morte improvvisa della moglie lo costringe a tornare nella
così detta società “civile” e a fare i conti con l’astio dei suoceri, ricchi
borghesi conservatori, che l’accusano di aver provocato la fine prematura della
loro amata figlia. L’immersione imprevista nei comfort, nelle tentazioni e
nelle scorciatoie del mondo consumistico farà vacillare l’insieme di certezze che
Ben ha così faticosamente costruito per educare i propri figli ad uno stile di
vita “diverso”, e il nostro dovrà gioco forza interrogarsi sulla bontà del suo
operato e delle sue scelte estreme. Vivace commedia indipendente, diretta da Matt
Ross con sfrenata esuberanza visiva, con evidenti ambizioni da apologo
antropologico, con suggestioni da road
movie utopistico e con riuscite incursioni nel dramma che, seppur tra toni
grotteschi, inducono una riflessione problematica e intelligente sul tema
centrale dell’opera: l’educazione dei figli. Attraverso il colorito
confronto/scontro tra gli ideali dell’eccentrico Ben (che pur nei suo eccessi
integralisti obbedisce sempre ad un chiaro codice morale) e il conformismo
borghese dei suoceri, l’autore s’interroga sulla più ardua delle domande con
cui ogni genitore, prima o poi, si è inevitabilmente dovuto confrontare: quale
sia il modo “giusto” per educare i propri figli. Senza indulgere troppo nel
facile moralismo e senza la folle pretesa di fornire delle risposte nette,
l’autore (che pur simpatizza evidentemente per lo stile di vita naif di Ben e i
suoi) sceglie la strada di un ambiguo relativismo, ben rappresentato dal finale
non conclusivo. Pur tra qualche eccesso, svariati semplicismi e qualche
forzatura ideologica, l’antitesi tra utopia e realismo, così come quella tra la
rude libertà di un paradiso selvaggio e la suadente opulenza di un mondo
prefabbricato, generano numerosi spunti di irresistibile comicità, ma anche
momenti di fine riflessione su dove sta andando la società occidentale. Nel
cast svetta un eccellente Viggo Mortensen (attore sempre oculato nelle sue
scelte professionali che qui si concede anche una nuova scena di nudo
integrale) nei panni dell’autoritario capofamiglia Ben Cash, in bilico sul filo
sottile tra la genialità del vate e la follia dell’emarginato.
Voto:
Mi è decisamente piaciuto! grazie del consiglio
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