Due
viandanti percorrono il famoso cammino di Santiago di Compostela dalla Francia
alla Spagna. Durante il tragitto s’imbattono in una serie di stravaganti
personaggi e di situazioni al limite dell’assurdo: bambini che invocano
anatemi, un alto prelato che dubita della Trinità divina e condanna al rogo il
suo predecessore, un gruppo di anarchici che vogliono fucilare il Papa, due
religiosi che si sfidano a duello dopo un litigio su questioni dogmatiche, il
marchese De Sade che spiega alle sue vittime perchè Dio non esiste, la Madonna che dona un
Rosario a un cacciatore sacrilego. Alla fine del viaggio una prostituta svelerà
ai due uomini la vera identità del corpo, ritenuto dell’apostolo San Giacomo,
sepolto nel celebre santuario spagnolo, meta annuale di migliaia di pellegrini.
Capolavoro sarcastico di Buñuel, sotto forma di metafora surreale, intrisa di
caustici graffi alla religione, che intende rappresentare il percorso del
cristianesimo nell’arco dei secoli. L’irriverente verve iconoclasta dell’autore tocca il suo apice in questo film
indubbiamente non facile e a volte un po’ confuso, ma stracolmo di inserti
geniali e di trovate di visionarietà superiore, volte a mettere alla berlina le
contraddizioni, i fanatismi, le ingiustizie ed i soprusi perpetrati dalla
religione cristiana in nome di Dio. Paradossale e impudente, in bilico tra
dramma e grottesco, storia e dottrina, satira e ideologia, questa personale
versione della storia della Chiesa, reinterpretata da un ateo surrealista
impenitente, può anche esser letta come libello sul potere o elegia della
libertà. Ma la vera forza della critica dissacrante del grande Maestro di
Calanda risiede nel suo intelligente relativismo: Buñuel, da sempre critico
verso la Chiesa
ed il suo dogmatatismo arrogante, non lesina rispetto verso l’importanza del
Cristianesimo nella cultura occidentale, nè commette mai l’errore di incorrere
nel medesimo peccato che qui intende condannare: il fanatismo capzioso che
porta a ritenere la propria tesi come unica depositaria della verità. Ed è
altresì evidente che, più che la dottrina in sè, egli intende attaccare l’uso
demagogico che gli uomini ne hanno fatto per esercitare il proprio potere su
altri uomini. Affilato e illuminato nel suo intento “sacrilego”, questo
personale affresco metastorico è figlio (legittimo) degli anni di forte
contestazione socioculturale in cui venne concepito.
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