lunedì 20 febbraio 2017

La battaglia di Hacksaw Ridge (Hacksaw Ridge, 2016) di Mel Gibson

Virginia, anni ’40: il giovane Desmond T. Doss, volenteroso idealista innamorato della bella infermiera Dorothy, decide di arruolarsi nell’esercito per servire il suo paese nella seconda guerra mondiale. Ma Desmond è un convinto obiettore di coscienza, contrario all’uso delle armi e animato da una profonda fede cristiana. La saldezza delle sue convinzioni è stata cementata dalla difficile situazione familiare (dovuta a un padre violento ubriacone spezzato nell’animo dagli orrori della “grande guerra”) e da un incidente domestico che ha segnato per sempre la sua infanzia. Desmond dovrà scontrarsi con l’ostilità e la diffidenza di commilitoni e superiori, che non riescono a comprendere le sue idee, ma, grazie a una volontà di ferro accompagnata da un’incredibile forza morale, riuscirà a rendersi utile alla causa come soccorritore medico in prima linea e diventerà un eroe durante la sanguinosa battaglia di Okinawa, in cui salverà 75 uomini senza mai utilizzare un’arma. Spettacolare dramma bellico, tratto dalla vera storia di Desmond T. Doss e diretto con mestiere da Mel Gibson, che qui trae ispirazione diretta dai film di guerra del periodo classico, zeppi di enfasi drammatica e di mitizzazione eroica filoamericana. Dal punto di vista tecnico è un film notevole, specialmente nelle sequenze di battaglia rappresentate con un furore visivo ed un cruento realismo che non può lasciare indifferenti. Peccato però che il film risenta di tutti i difetti tipici del cinema del celebre attore regista, a quanto pare momentaneamente tornato in auge dopo i chiacchierati trascorsi personali che lo avevano reso persona “non gradita” a Hollywood. In tal senso la pellicola è quasi paradigmatica dell’estetica di Gibson: retorica, radicale, fideistica, violenta, manichea. E se l’azione drammatica nelle (lunghe) scene di combattimento è di ottima fattura, i momenti sentimentali sono banali, l’intera parte dell’addestramento è a forte effetto déjà vu e l’introspezione del personaggio principale e dei suoi conflitti interiori si sofferma a malapena alla patina superficiale. Non è difficile capire perché sia piaciuto tanto all’Academy Awards che gli ha tributato ben sei nominations agli Oscar 2017, tra cui miglior film e miglior regia. Nell’importante cast spicca il protagonista Andrew Garfield (anche lui candidato come attore), accompagnato da Vince Vaughn, Sam Worthington, Hugo Weaving, Ryan Corr, Teresa Palmer.

Voto:
voto: 3/5

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