Alexandra
Barnes è un agente federale che indaga sulla morte improvvisa (e apparentemente
naturale) di tre uomini ricchi e da poco sposati con una ragazza più giovane
che, in tutti e tre i casi, è sparita nel nulla dopo aver ereditato la fortuna
del consorte. La tenace Alexandra è convinta che le morti siano, in realtà,
degli omicidi e che dietro ci sia sempre la stessa donna che cambia identità. La
nostra si mette sulle sue tracce e giunge alle isole Hawaii, dove conosce
l’affascinante Catharine, sua sospettata numero uno, che sta per sposarsi con Paul,
magnate e playboy del luogo. Ma le cose si complicano quando Alexandra finisce
tra le braccia di Paul, cedendo al suo fascino, e la situazione diventa ancora
più pericolosa. Torbido noir al femminile diretto con sottile tensione erotica
dall’esperto Rafelson, che tratteggia abilmente uno scenario tanto intrigante
quanto inverosimile. Il titolo evocativo chiarisce fin da subito la dinamica
dell’assassina bella e letale, grazie al paragone con il famigerato aracnide,
la cui femmina prima si accoppia e poi uccide il partner, inoculandogli il
terribile veleno. Il film ha molti ammiratori e la sua capacità di costruire un
conturbante patos a sfondo erotico è innegabile, anche grazie al physique du rôle delle due interpreti
principali: Debra Winger (attrice di spicco negli anni ’80 grazie a diversi
ruoli che sono rimasti nella memoria) e Theresa Russell (perfetta nei panni
della dark lady spietata e maliarda).
Peccato che il tutto venga un po’ infiacchito da due innegabili punti deboli:
il finale consolante e la mancanza di approfondimento dell’evidente attrazione
(psicologica ma anche sessuale) tra le due donne. Poli opposti che si
attraggono o facce diverse dalla stessa medaglia ? Lo sviluppo di questo aspetto
sarebbe stato un valore aggiunto e avrebbe conferito alla pellicola una
straniante (e fertile) ambiguità tematica.
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