domenica 6 febbraio 2022

House of Gucci (2021) di Ridley Scott

Nella Milano del 1978  Patrizia Reggiani conosce, seduce e sposa Maurizio Gucci, rampollo della celebre dinastia dei Gucci, che dovrebbe ereditare le redini di un impero della moda ma che è ancora fortemente indeciso sul suo futuro. Patrizia è una donna procace, ambiziosa, determinata e pronta a tutto per realizzare il suo sogno di scalata sociale e spinge l'incerto marito ad attuare una serie di strategie sempre più audaci per diventare l'unico proprietario del prestigioso marchio, scalzando suo padre Rodolfo, suo zio Aldo ed il mellifluo cugino Paolo. Tra tradimenti, doppi giochi, ricatti e vendette, i fatti prenderanno una piega incontrollata, culminando negli eventi luttuosi che hanno infiammato la cronaca nera italiana (e non solo) nel marzo 1995. Adattando il racconto "House of Gucci. Una storia vera di moda, avidità, crimine" di Sara Gay Forden (a sua volta ispirato agli eventi reali che portarono la famosa famiglia di stilisti di moda alla ribalta delle cronache giudiziarie), il prolifico Ridley Scott ha tratto un tragico biopic sul lato oscuro del potere che oscilla tra il melodramma, il crime, la soap opera e la grande tragedia familiare dal sottofondo amaramente austero. Nonostante il cast stellare, che annovera nomi come Lady Gaga, Adam Driver, Al Pacino, Jeremy Irons, Jared Leto, Jack Huston, Salma Hayek e Camille Cottin, e le efficaci ricostruzioni d'epoca, il film risulta instabile e confuso, troppo lungo, molto serioso in alcuni passaggi e molto superficiale in altri, carico di didascalismo e di dialoghi banali, incapace di graffiare e di affondare la sua lama nel cuore pulsante del mondo che intende raccontare: l'affresco decadente di un grande impero di potere, di ricchezza e di vanità che finisce per implodere di fronte alla forza famelica dell'avidità delle nuove generazioni, dei nuovi modelli economici e del cinismo cannibale del capitalismo. La prossimità tra potere, ricchezza, cupidigia e crimine viene raccontata in modo fin troppo convenzionale, inciampando in stereotipi e qualche caduta di stile di troppo. Gli elementi di interesse risiedono essenzialmente nelle interpretazioni degli attori, a cominciare da un'ottima Lady Gaga che buca lo schermo, magnetizza le attenzioni e ci regala un ritratto vibrante e ricco di sfumature del controverso personaggio di Patrizia Reggiani, e poi a seguire Adam Driver e Al Pacino si dimostrano perfetti e credibili nei rispettivi ruoli. E' invece decisamente eccessivo l'irriconoscibile trasformista Jared Leto nei panni di Paolo Gucci, anello debole della famiglia, andando troppo spesso sull'orlo della macchietta con la sua caratterizzazione. Una curiosità: la messicana Salma Hayek (che qui interpreta l'inquietante sensitiva Pina Auriemma, che ebbe una cruciale influenza sulla caduta nell'abisso di Patrizia Reggiani) è sposata con l'imprenditore francese François-Henri Pinault, che è l'attuale proprietario di maggioranza del marchio Gucci.

Voto:
voto: 2,5/5

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