lunedì 31 ottobre 2011

La finestra sul cortile (Rear Window, 1954) di Alfred Hitchcock

E' uno dei capolavori della maturità dell’autore, un film sul quale sono stati scritti fiumi di inchiostro, notissimo anche ai profani, e sul quale si potrebbero aggiungere ancora interi volumi. Infatti è uno di quei film che si possono vedere decine di volte (è una caratteristica di tutti i film di Hitchcock, e vale in particolare per i più riusciti), per trovarvi, ad ogni nuova visione, nuovi piani di lettura, nuovi spunti di riflessione e qualche particolare ancora da gustare. Elaborato, sofisticato, raffinatissimo, sempre sorprendente, è un film per il comune spettatore (un thriller di esemplare suspense e magistrale capacità di coinvolgimento emotivo) e per i palati sopraffini, una metafora della visione (in particolare cinematografica), un beffardo apologo sul voyeurismo, un piccolo trattato sulle diverse forme del rapporto di coppia, uno straordinario "occhio” aperto sul panorama di un mondo stilizzato ed irreale, di natura squisitamente cinematografica, eppure più vero della realtà (di quella realtà che il cinema riesce a sublimare, offrendone l’essenza, come risulta dalla stupenda scenografia del "cortile”). Non solo un bellissimo film, ma anche una grande lezione di cinema (che inopinatamente avvicina Hitchcock ad un artista ugualmente grande ma diversissimo come Fellini, anch’egli maestro nella ricostruzione in studio della realtà e quindi della sua trasfigurazione cinematografica). Grandissimo James Stewart e Grace Kelly all'apice della sua luminosa bellezza.

Voto:
voto: 5/5

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