lunedì 31 ottobre 2011

M Il mostro di Düsseldorf (M - Eine Stadt sucht einen Mörder, 1931) di Fritz Lang

Negli anni che preludono alla conquista del potere da parte di Hitler, Fritz Lang, in virtù del dono dell’arte di leggere "oltre" gli avvenimenti, concepisce e realizza il suo più grande capolavoro, "M, il mostro di Dusseldorf": il suo primo film sonoro, uno spaccato di straordinaria densità rappresentativa della Germania prenazista e, insieme, una sintesi ed una "summa" della sperimentazione espressiva operata dal cinema tedesco muto degli anni ’20. Lascia stupiti la capacità di Lang di creare un’opera di così potente rilievo e di così angosciosa valenza metaforica, ispirandosi alle reali e repulsive gesta criminali di uno psicopatico assassino di bambine. Ma il protagonista del film non è l’omicida, bensì l’intera città e quindi la società dell’epoca, rappresentata con una precisione tanto intensa da travalicare nel giudizio morale (infatti il sottotitolo è "una città cerca un assassino", che già attua in linea esplicita l’intenzione del regista, essendo la città il soggetto e l’omicida solo l’oggetto della ricerca). I temi del film, nascosti dietro l’intreccio poliziesco, sono la colpa, l’irresistibile richiamo del male, la relatività della giustizia (paradossalmente amministrata dai delinquenti, più che dalla polizia), ma sono soprattutto memorabili il clima di angoscia opprimente e la capacità della regia di pervenire alla trasfigurazione visionaria della realtà. Un autentico trattato storico e cinematografico, oltre che un thriller di sapiente atmosfera. Straordinaria interpretazione di Peter Lorre nei panni del "mostro".

Voto:
voto: 5+/5

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