Capolavoro dell’espressionismo e del cinema horror, ne ha creato l’icona più potente ed agghiacciante: l’immondo vampiro-ratto interpretato da Max Schreck. Ispirato al Dracula di Bram Stoker, ne modifica i nomi dei personaggi perché Murnau non aveva pagato i diritti d’autore, così il conte Dracula diventa il conte Orlock. Tuttavia la quasi totale aderenza alla trama ed alle situazioni del romanzo portò alla causa legale, da parte della vedova di Stoker, che fu persa da Murnau con relativa condanna alla distruzione dell'opera. Per fortuna il regista salvò qualche copia ed il film, uscito poi anche in edizioni “ritoccate”, è sopravvissuto. Nonostante appartenga al cinema muto resta, a tutt’oggi, il più grande horror mai realizzato, insuperato per bellezza formale, fascino figurativo e potenza visionaria. Molte le scene entrate di diritto nell’immaginario collettivo e divenute autentiche icone del genere horror: dall’arrivo di Nosferatu sulla nave all’ombra del vampiro che si proietta sulla parete, dal primo sinistro incontro con Ellen alla morte di Orlock, sorpreso dall’alba. La rappresentazione del vampiro di Murnau-Schreck resta la più spaventosa ed inquietante, assai distante da quelle successive (di Bela Lugosi o di Christopher Lee) di Dracula mostro fascinoso, sensuale e seducente, che attrae e respinge al tempo stesso. L’unico che si è avvicinato al vampiro di Murnau è stato Werner Herzog, autore di un remake: Nosferatu, il principe della notte (Nosferatu: Phantom der Nacht, 1979) con Klaus Kinski nel ruolo di Dracula/Nosferatu. Il film di Herzog, che ha una propria personalità a prescindere dall’originale, è a sua volta straordinario, non sfigura rispetto all’opera di Murnau ed è, probabilmente, il miglior remake mai realizzato. Sono entrambi un must del cinema horror e costituiscono, a mio avviso, la più convincente rappresentazione del vampiro, lontana anni luce dagli epigoni e dalle contaminazioni, più banali e spettacolari, a cui siamo stati abituati.
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