venerdì 21 marzo 2014

Gilda (Gilda, 1946) di Charles Vidor

Gilda, ballerina dal corpo statuario, sposa Ballin, proprietario di un losco locale di Buenos Aires, per ripicca nei confronti di Johnny, il suo ex amante che ha deciso di lasciarla. Quando Ballin salva la vita di Johnny, questi accetta di lavorare nella sua bisca per sdebitarsi, ma l'incontro con Gilda riaccende la vecchia fiamma e dà origine a un torbido triangolo amoroso che non sarà spezzato nemmeno da eventi tragici. Melodramma nero, dall'intreccio improbabile e dalle atmosfere conturbanti, interamente costruito sul corpo conturbante della splendida Rita Hayworth che, sulle note sensuali di Amado mio fece impazzire il mondo intero e divenne un'icona del divismo femminile. La carica erotica della Hayworth, nel ruolo che la renderà eterna, è ineguagliabile, ma va segnalata, altresì, la sua fiera determinazione nel cercare di opporsi al ruolo di desiderabile "oggetto" che la storia sembra averle riservato, autentica antesignana dell'eroina sexy moderna. Come si suol dire in questi casi la Hayworth vale, da sola, il prezzo del biglietto per un film affascinante ma imperfetto.

Voto:
voto: 3,5/5

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