Meravigliosa elegia degli umili, con inserti surreali di fantasia
superiore, per raccontare in modo toccante e raffinato l'epopea degli
emigranti che, all'inizio del '900, lasciarono il mondo "tribale" dei
piccoli paesi del Sud Italia, dimenticati da Dio e dagli uomini, per
sfuggire alla fame, all'ignoranza, alle superstizioni ed alla mancanza
di prospettive economiche, sociali e culturali. Lo spettatore viene "immerso" nella dura realtà di questi poveri reietti,
sudici, rozzi, sfruttati e malmenati dal destino, ma con gli occhi colmi
di speranza e con il coraggio di sfidare l'oceano per un viaggio di
sola andata verso un Nuovo Mondo ed una nuova vita, sicuramente diversa,
forse migliore. Crialese è bravissimo nel raccontarci questo mondo
antico, grezzo ma dignitoso nel suo fiero orgoglio, nel mostrarci
dal di dentro usi e costumi di questo nucleo familiare, capeggiato da
Salvatore, che sceglie la via delle Americhe inseguendo il miraggio di
un futuro prospero per sè e per i suoi. Gli archetipi dell'emigrazione
(il viaggio, l'oceano, la terra promessa, la speranza) divengono lo
strumento metaforico per tracciare un percorso di vita universale, per
dar voce, corpo e anima ad intere generazioni di italiani attraverso
l'esperienza dei singoli che vediamo nel film. Crialese ci regala almeno
due sequenze straordinarie (il distacco della nave dalla Terra, che
sottolinea lo sradicamento, ed il metaforico bagno nel latte) ed anche la geniale scelta di non mostrare mai l'America, ma di farcela sempre
"immaginare" attraverso gli occhi di speranza dei protagonisti. Perchè
un Sogno non si può rappresentare e, nel momento in cui si prova a
dargli una forma, lo si fa svanire. Straordinario il cast con Vincenzo Amato nel ruolo del fiero Salvatore,
ignorante ma armato di viva intelligenza, e l'intensa Charlotte
Gainsbourg nel ruolo di Lucy, una raffinata e misteriosa ragazza
anglosassone che, inspiegabilmente, viaggia insieme ai migranti
italiani, in cerca di marito. Molto efficace anche il resto del cast, in
particolare il toccante rapporto tra la vecchia nonna ed il giovane
nipote muto regala i momenti più emozionanti del film. Una vera perla
del nostro cinema recente ed una grande lezione su come si può fare
grandissimo cinema con pochi mezzi, con una storia semplice ma con la
forza di una visione originale ed acutissima. Premiato al Festival di
Venezia con il Leone d'Argento questa pellicola dimostra che non tutto è
da buttare nel cinema italiano contemporaneo e che la rinascita deve
partire da registi come Crialese, Sorrentino o Garrone.
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