sabato 7 giugno 2014

Bella di giorno (Belle de jour, 1967) di Luis Buñuel

Una bella signora dell'alta borghesia parigina, frigida e scostante con il marito medico, si prostituisce di nascosto nelle prime ore pomeridiane in un bordello della città, per espiare un masochistico senso di colpa. Di cliente in cliente la donna ci prende gusto e diventa un'esperta di erotismo, fino a quando decide di smettere il mestiere per dedicarsi soltanto al marito. Ma uno dei suoi clienti non ci sta e compie un gesto estremo. Tra i capolavori del grande Maestro di Calanda è forse quello più famoso, anche per la presenza di una celebre icona di bellezza elegante come la Deneuve in un ruolo "scandaloso". Film a due livelli, come la duplice personalità della protagonista: peccato ed espiazione, sesso e religione, moralismo e lussuria, sogno e realtà. Il tono è lieve, l'ironia pungente e il sesso si fa metafora di una trasformazione interiore necessaria a superare traumi antichi, in accordo allo spirito sovversivo del regista, costantemente volto a sdoganare dogmi e tabù. E' un'opera ammirevole e conturbante, nonchè un modello di erotismo originale, onirico e straniante, superato (in tal senso) solo dall'opera ultima del grande regista spagnolo. La versione italiana fu sforbiciata dalla censura di tre brevi sequenze, tra cui un importante flashback sull'infanzia della protagonista.

Voto:
voto: 4/5

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