sabato 7 giugno 2014

Shame (Shame, 2011) di Steve McQueen

Ritratto disperato di un "sex addict" dalla doppia vita: di giorno professionista impeccabile ed elegante, di notte consumatore compulsivo di sesso sfrenato in tutte le sue forme: reale, virtuale, mercenario, occasionale. Michael Fassbender è bravissimo a dar vita a questo personaggio torbido e tormentato, pieno di pulsioni nascoste e divorato sia dal fuoco della libido che dal senso di colpa: la vergogna del titolo. Un personaggio ruvido ed ambiguo, per il quale l'irruzione nella routine quotidiana della sorella, fragile e vitale, sarà l'elemento scatenante di una serie di "cambiamenti". Il regista Steve McQueen sceglie ancora una volta una situazione sordida ed opprimente (con evidenti echi di Bret Easton Ellis) e la porta in scena con uno stile tanto freddo quanto ricercato, lasciando agli attori il compito di trasmettere le "emozioni" al pubblico. E' un ritratto sconsolante dell'opulenta società occidentale, dedita all'edonismo, in preda al disvalore e consumata dalla solitudine esistenziale. Il sesso è qui inteso come un atto meccanico, disperato, agghiacciante. E' meno potente del precedente Hunger ma ugualmente scioccante.

Voto:
voto: 3,5/5

Nessun commento:

Posta un commento