Straripante adattamento pasoliniano del capolavoro letterario di
Boccaccio, di cui il regista-poeta adatta 7 novelle ambientandole in un
ambito geografico partenopeo, ma astraendole in un contesto idilliaco
che ha la vitalità travolgente del modello ideale più che il freddo
rigore del trattato storico. Primo capitolo, e vertice assoluto, della
così detta "trilogia della vita" è un'opera verace che della vita
coglie, e celebra, istinti, sapori ed umori con una leggerezza d'animo
ed una spontaneità che trova nel sesso il suo massimo tripudio.
Contrariamente a quanto alcuni hanno sostenuto, il film ha anche un
chiaro messaggio "politico": il sesso è un potente atto di libertà
individuale, è l'elemento giocoso e gioioso grazie al quale le classi
più umili traggono soddisfazione dalla vita, a discapito del potere
moralista uniformante dei nobili e della Chiesa. Ebbe parecchi guai con
la censura ma fu un enorme successo di pubblico, originando il così
detto genere erotico "boccaccesco" ed una miriade di pessime copie.
Pasolini compare anche come attore nei panni di un pittore allievo di
Giotto. Dal punto di vista filosofico e filologico è l'esatta antitesi
del Salò, opera ultima del regista poeta.
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