sabato 7 giugno 2014

Caligola (Caligula, 1979) di Tinto Brass, Bob Guccione e Giancarlo Lui

Truce commistione di sesso, sangue e perversioni attraverso le pagine di Svetonio, riadattate da Gore Vidal, sulla vita del più controverso e feroce imperatore romano. E' passato alla storia come una delle produzioni più travagliate della storia del cinema, con una sarabanda di versioni e vicissitudini giudiziarie: fu girato a Roma nel medesimo set di Cleopatra, rinnegato dallo sceneggiatore Vidal e diretto da Tinto Brass, poi licenziato dal produttore Bob Guccione per evidenti incompatibilità artistiche. Guccione prese in mano il film e stravolse, in fase di montaggio, la versione di Brass con l'aiuto di Giancarlo Lui. Brass fece causa alla produzione e vinse, con il risultato che, in paesi differenti, iniziarono a circolare versioni diverse del film. Fatto a pezzi dalla censura italiana, con condanna a 4 mesi per uno dei produttori e distruzione di tutte le copie, uscì nuovamente nel 1984 con un altro titolo (Io, Caligola) ed una ennesima versione, di lì a poco anch'essa sequestrata. La versione più vicina a quella integrale è disponibile in home video in lingua inglese con una durata di 156 minuti, mentre in Italia continua a circolare la release del 1984 di 86 minuti. Nonostante il grande cast (Malcolm McDowell, Peter O'Toole, Helen Mirren, Maria Schneider poi sostituita da Teresa Ann Savoy) ed alcune collaborazioni eccellenti (Danilo Donati alle scenografie) il film, in qualsivoglia versione, è una fiera malsana di kitsch, violenza e depravazione, con un accento greve incline all'erotismo "godereccio", alla maniera di Brass. Un vero peccato perchè alcune trovate visive sono geniali e, in altre mani, se ne poteva trarre un film migliore, pari all'ambizione iniziale. Per nostalgici dello stracult proibito di casa nostra.

Voto:
voto: 2,5/5

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