Ritratto decadente e malinconico, ma incredibilmente sincero, di
un'ossessione sessuale che trova senso e compimento in un appartamento
vuoto e "chiuso", al riparo dal mondo esterno, dalle sue regole e dai
suoi moralismi. L'appartamento del film è un non luogo interiore, in cui
morale, ragione e conformismo non possono entrare ma restano chiuse
fuori. Qui tutto è possibile e non ci sono nè regole nè buone maniere: i
due amanti sono figure archetipe di un mondo istintuale e selvaggio che le convenzioni sociali cercano di reprimere e tenere nascosto. Ma sono loro ad essere
chiusi dentro o è la società ad essere chiusa fuori ? Film scandalo per
eccellenza, divenuto (suo malgrado) il simbolo della pedante ottusità
della censura, ha dato a Bertolucci la fama mondiale ed ha reso eterni i
due amanti, la giovane Schneider ed il vecchio Brando, come tante altre
celebri coppie storiche prima di loro. Non sempre equilibrato e non
sempre lucido, è un film che vive di vita propria, fatto di eccessi e di
scompensi tutti giocati sulla metafora dentro/fuori alla base del suo
intimo dilemma. Le parti ambientate "dentro" l'appartamento sono
straordinarie per forza espressiva e valenza sovversiva, già solo per le
vertigini morali che provocano, e dietro l'apparente volontà
provocatrice aleggia sinistro il senso di morte in accordo ad un binomio
vecchio quanto l'uomo. Le parti ambientate "fuori" sono meno
convincenti, chiaramente ispirate alla Nouvelle Vague che è
sempre stata un riferimento per il regista italiano nel suo periodo
"Godard". Opera manifesto di un'epoca, densa di contenuti e simbolismi
che ancora oggi divide e fa discutere. Memorabili l'interpretazione di
Brando, che cannibalizza il film, e le musiche di Gato Barbieri.
Voto:
Un cult imperdibile. "Fortuna" volle che Bertolucci riuscì a a conservare una sua pellicola personale del film salvandola dal rogo. Un omaggio al maestro.. il grande Storaro. Da citare anche la chicca dedicata all'atalante di Vigò
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