Abe Lucas è un
professore di filosofia, depresso, disincantato, che ha smarrito la voglia di
vivere. Dopo aver assunto un nuovo incarico in un collage intreccia due
relazioni simultanee: una con la focosa collega Rita e l’altra, più platonica e
intellettuale, con la brillante Jill, giovane studentessa a sua volta legata al
pressante Roy. Nonostante i successi professionali e sentimentali il tormentato
Abe sembra avviato verso una china inesorabile che conduce al baratro
esistenziale, ma, un giorno, l’ascolto casuale di una conversazione in un bar
cambierà la sua vita per sempre, spingendolo su un pericoloso sentiero di
lucida follia. L’opus numero 45 di Woody Allen è un incrocio tra una dark comedy dal tono lieve, ma priva di
spunti comici, ed un dramma hitchcockiano di classica misura. Senza svelare
troppo sulla trama possiamo dire che Allen, pur soffrendo di evidente bulimia
produttiva, continua a scrivere sul medesimo registro narrativo, con mano
sicura ed approccio “jazz”, e si mantiene fedele a quei temi cardine che da sempre
caratterizzano il suo cinema: la visione cinicamente nichilista dell’esistenza
umana, la caducità dei rapporti di coppia, il ruolo fondamentale del caso nel
nostro destino. E stavolta, come già avvenuto in Crimini
e misfatti, Match
Point e Sogni e delitti, ci
torna a parlare, alla sua maniera serafica, di delitto e castigo. L’ispirazione
hitchcockiana dell’opera risiede, evidentemente, nella sua tematica basilare,
che si esplica a metà film cambiandone drasticamente il senso e l’atmosfera
narrativa: l’estasi del delitto (perfetto), il senso di ebbrezza e di
onnipotenza che ne deriva, modificando radicalmente e definitivamente il corso
di più di una vita. Pur senza brillare particolarmente l’autore newyorkese appare
più dinamico ed ispirato rispetto ai suoi ultimi lavori e ci consegna una “lezione”
antropologica concisa e pratica, divertendosi a sovvertire beffardamente quei
costrutti filosofici incarnati dal mestiere del protagonista. Godibile e agile,
è un film che merita la visione pur senza aggiungere nulla di nuovo al
complesso universo alleniano. Nel cast c’è la buona prova di Joaquin Phoenix
nel ruolo di Abe, affiancato dalla promettente Emma Stone, alla sua seconda
collaborazione con il regista. Nella colonna sonora spicca il brano "The
In Crowd", eseguito dal Ramsey Lewis Trio, la cui versione strumentale
viene ripetuta ossessivamente nei momenti topici.
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