venerdì 8 gennaio 2016

Irrational Man (Irrational Man, 2015) di Woody Allen

Abe Lucas è un professore di filosofia, depresso, disincantato, che ha smarrito la voglia di vivere. Dopo aver assunto un nuovo incarico in un collage intreccia due relazioni simultanee: una con la focosa collega Rita e l’altra, più platonica e intellettuale, con la brillante Jill, giovane studentessa a sua volta legata al pressante Roy. Nonostante i successi professionali e sentimentali il tormentato Abe sembra avviato verso una china inesorabile che conduce al baratro esistenziale, ma, un giorno, l’ascolto casuale di una conversazione in un bar cambierà la sua vita per sempre, spingendolo su un pericoloso sentiero di lucida follia. L’opus numero 45 di Woody Allen è un incrocio tra una dark comedy dal tono lieve, ma priva di spunti comici, ed un dramma hitchcockiano di classica misura. Senza svelare troppo sulla trama possiamo dire che Allen, pur soffrendo di evidente bulimia produttiva, continua a scrivere sul medesimo registro narrativo, con mano sicura ed approccio “jazz”, e si mantiene fedele a quei temi cardine che da sempre caratterizzano il suo cinema: la visione cinicamente nichilista dell’esistenza umana, la caducità dei rapporti di coppia, il ruolo fondamentale del caso nel nostro destino. E stavolta, come già avvenuto in Crimini e misfatti, Match Point e Sogni e delitti, ci torna a parlare, alla sua maniera serafica, di delitto e castigo. L’ispirazione hitchcockiana dell’opera risiede, evidentemente, nella sua tematica basilare, che si esplica a metà film cambiandone drasticamente il senso e l’atmosfera narrativa: l’estasi del delitto (perfetto), il senso di ebbrezza e di onnipotenza che ne deriva, modificando radicalmente e definitivamente il corso di più di una vita. Pur senza brillare particolarmente l’autore newyorkese appare più dinamico ed ispirato rispetto ai suoi ultimi lavori e ci consegna una “lezione” antropologica concisa e pratica, divertendosi a sovvertire beffardamente quei costrutti filosofici incarnati dal mestiere del protagonista. Godibile e agile, è un film che merita la visione pur senza aggiungere nulla di nuovo al complesso universo alleniano. Nel cast c’è la buona prova di Joaquin Phoenix nel ruolo di Abe, affiancato dalla promettente Emma Stone, alla sua seconda collaborazione con il regista. Nella colonna sonora spicca il brano "The In Crowd", eseguito dal Ramsey Lewis Trio, la cui versione strumentale viene ripetuta ossessivamente nei momenti topici.

Voto:
voto: 3,5/5

Nessun commento:

Posta un commento