martedì 23 maggio 2017

Carne tremula (Carne trémula, 1997) di Pedro Almodóvar

Le storie di cinque personaggi nella Madrid del 1990. Victor, partorito vent’anni prima su un autobus da una giovane prostituta, è invaghito della bella Helena, tossica ricca e viziata, con cui ha avuto il suo primo rapporto sessuale randagio. Il giovane si reca a casa sua e nasce una colluttazione che finisce nel sangue dopo l’intervento di due poliziotti, David e Sancho. Nello scontro fisico tra Victor e Sancho parte un colpo dalla pistola dello sbirro che colpisce alla colonna vertebrale il collega David, che rimane paralizzato a vita. Victor si fa sei anni di carcere e, quando esce, allaccia una relazione con la moglie di Sancho, Clara, dopo aver scoperto che Helena è diventata la moglie di David, costretto su una sedia a rotelle. Il ritorno di Victor riaccende gli animi e ravviva antiche tensioni, che porteranno nuovamente a tragiche conseguenze. Melodramma grottesco dal ritmo indiavolato e dal gusto acre, con ammiccamenti al noir, incursioni nella commedia e pervaso da uno strisciante umorismo nero che omaggia apertamente il Maestro Buñuel, padre artistico obbligato di tutti i registi spagnoli. E’ un film vitale, colorato, energico e trepidante, carico di un erotismo gioiosamente esibito e di un’impudenza trasgressiva che si risolve in una serie di mirabolanti trovate narrative, non nuove all’autore. Il suo colore è il rosso e il suo cuore pulsante è un ensemble di umanità tenera e variopinta, cinica e fragile, violenta e famelica, al servizio della maestria registica di Almodóvar. Scritto benissimo (da Almodóvar, Guerricaechevarría e Loriga che si sono liberamente ispirati al romanzo “Live Flesh” di Ruth Rendell), diretto con vivace energia e recitato in modo eccellente da un grande cast (Liberto Rabal, Javier Bardem, Francesca Neri, Ángela Molina, José Sancho e con un cameo iniziale di Penélope Cruz), si avvale anche di un sottotesto politico (assolutamente insolito per il regista) e trova nella capitale spagnola un magnifico sesto protagonista. Per alcuni è il miglior film di Almodóvar, di sicuro è uno dei suoi più intensi, vibranti e scatenati.

Voto:
voto: 4/5

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