lunedì 29 maggio 2017

Un mercoledì da leoni (Big Wednesday, 1978) di John Milius

Tre inseparabili amici surfisti (Matt Johnson, Jack Barlowe e Leroy Smith) danno libero sfogo alla loro incontrollabile energia giovanile sulle spiagge della California degli anni ‘60, nell’attesa perenne della “grande onda” con cui confrontarsi, sfidare la morte e dimostrare il loro valore. Intanto il tempo passa, le vicende della vita sembrano dividerli ma, puntualmente, le grandi mareggiate li riuniscono, facendoli ritrovare tutti e tre sulla stessa spiaggia, con la tavola sotto braccio, pronti a sfidare nuovamente la furia dell’oceano. La vicenda scorre attraverso quattro diverse stagioni temporali (estate ’62, autunno ’65, inverno ’68 e primavera ’74) che si sovrappongono a quattro famose mareggiate e ad altrettanti terremoti politici a fare da sfondo (gli omicidi dei due Kennedy, il Vietnam, il Watergate). Memorabile dramma sportivo sotto forma di grande affresco epico generazionale, struggente e malinconico, come accorata celebrazione dell’amicizia virile, della nostalgia del tempo perduto e dei sogni infranti di una generazione americana che ha sacrificato la sua innocenza sull’altare del malaffare politico. Esaltanti e spettacolari le sequenze acquatiche, eseguite da veri surfisti di Malibù, e girate con spericolata energia tra la California meridionale e le isole Hawaii. Poco conosciuto nel nostro paese, è uno dei film più belli e importanti dell’anno 1978, capace di miscelare abilmente la mistica eroica del gesto sportivo estremo con l’amaro disincanto (autobiografico) di una classe profondamente disillusa di cui lo stesso regista (che nei suoi anni giovanili fu anche un buon praticante di surf) fa parte. Efficace il cast con Jan-Michael Vincent, William Katt e Gary Busey nei panni dei tre amici protagonisti. E’ un inno alla vita, ai valori dell’amicizia e dello sport, girato con furiosa tensione emotiva e senza un briciolo di retorica (tenuta coerentemente a freno anche nei momenti più nostalgici). Il tempo gli ha restituito il credito che meritava, dopo il passaggio in sordina alla sua uscita, e oggi viene unanimemente considerato come un cult del cinema sportivo e del genere buddy movie.

Voto:
voto: 4/5

Nessun commento:

Posta un commento