martedì 16 maggio 2017

Criminali da strapazzo (Small Time Crooks, 2000) di Woody Allen

L’ex detenuto Ray convince sua moglie Frenchy ad aiutarlo in un colpo grosso per svaligiare il caveau di una banca. La donna accetta di collaborare al piano e si apre un negozio fittizio di biscotti, dalla cui cantina Ray, insieme a tre complici, inetti lestofanti come lui, scava un tunnel per entrare nella banca di notte e svaligiare la cassaforte. I quattro maldestri balordi ne combinano di tutti i colori nel sottosuolo: bucano tubature d’acqua, sbagliano direzione e finiscono in un negozio d’abbigliamento. Il colpo, ovviamente, fallisce ma, intanto, i biscotti di Frenchy hanno un grande successo e le fanno fare una fortuna. Peccato che adesso la coppia rischi di scoppiare, per l’entrata in scena di un sedicente mercante d’arte, tutto smancerie e buone maniere, che intende istruire la donna al bon ton. Ritorno in grande stile di Woody Allen alla commedia comica nella sua forma più pura con questa esilarante farsa del “caper movie” che trae diretta ispirazione da I tre furfanti (Larceny, Inc., 1942) di Lloyd Bacon. I critici italiani, con la consueta buona dose di nazionalismo provinciale, non mancarono di sottolinearne i debiti rispetto al celeberrimo campione d’incassi nazionale I soliti ignoti di Monicelli, che, invero, nasce a sua volta come parodia del Rififì di Dassin. E’ un film leggero e divertente, con delle gag travolgenti che, nella prima parte, garantiscono un ritmo sostenuto ed un umorismo di buon livello. Alcune battute sono, effettivamente, degne della migliore antologia dell’autore anche se l’impressione generale è quella di un voluto ridimensionamento del target in termini di sofisticatezza, probabilmente per sopperire all’insuccesso commerciale dei tre film precedenti. In un certo senso sembra di rivedere l’Allen più acerbo e grossolano degli esordi, ovviamente con una maggiore ironia perfida dettata dalla maturità. La pellicola sembra procedere con il pilota automatico fino all’epilogo edificante, che prende in giro i patetici colpi di testa delle signore mature che s’invaghiscono di giovani avvenenti, ma che finisce per ingolfare un po’ la narrazione. Quello che, invece, funziona egregiamente è la critica tagliente all’arrivismo tipicamente americano, che fonda la dignità sociale sul successo economico, costi quello che costi. Nel cast citiamo Woody Allen, Tracey Ullman, Hugh Grant, Michael Rapaport, Tony Darrow e Jon Lovitz. Allen attore ci appare in questo film, per la prima volta, un po’ stanco e stropicciato. Alla fine il dubbio rimane: semplificazione in chiave leggera o crisi d’ispirazione ?

La frase:
- "Cosa penseresti se ti dicessi che hai sposato un uomo dalla mente eccezionale ?"
- "Ti direi che sono bigama."


Voto:
voto: 3/5

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