martedì 23 maggio 2017

Il flauto magico (Trollflojten, 1975) di Ingmar Bergman

Il principe Tamino deve liberare la principessa Pamina dalla malefica Regina della notte. Sarà aiutato nella sua difficile impresa da Papageno, dalle fate del bosco e da un flauto magico. Dopo avventure e peripezie di ogni tipo l’amore trionfa e la luce sconfigge le tenebre, così i due innamorati possono finalmente stare insieme. Fedele trasposizione bergmaniana della famosa opera omonima di Mozart, inizialmente nato come film televisivo ma poi felicemente adattato per il cinema (con una durata di 135 minuti) e presentato fuori concorso al 28° Festival di Cannes. E’ un accorato omaggio dell’autore a Mozart e alla sua celebre opera (“Il flauto magico”), amata da Bergman fin dall’infanzia, ma anche un mirabolante (e riuscito) esperimento di commistione tra teatro e cinema, con un utilizzo alternato, magistrale e straniante, di spazi o arredi scenici tipicamente teatrali e di immagini di ampio respiro cinematografico. Ma il regista dà largo spazio anche all’opera musicale, con le splendide e numerose sequenze orchestrali, durante le quali appaiono volti di spettatori (in particolare quello di una bambina), sia per sottolineare che si tratta di una rappresentazione scenica ma anche per suggerire, sottilmente, lo stato d’animo con cui porsi rispetto all’ascolto del capolavoro mozartiano. E’ un film sontuoso, importante e dalle molte bellezze, particolarmente amato dai melomani ma generalmente considerato tra i più famosi e riusciti del grande Maestro svedese. Il Bergman regista teatrale si affianca al Bergman regista cinematografico (senza dimenticare il Bergman appassionato d’opera), per dar luogo ad un film denso, prezioso, coeso, intenso, carico di simbolismi e di echi epici, senza rinunciare ai temi cari all’autore, come l’attenzione alla figura femminile, che qui ha il suo naturale tripudio nella metamorfosi evolutiva del personaggio di Pamina. E’ uno degli esempi più alti e memorabili di teatro filmato (o di cinema su palcoscenico), sospeso in un’atmosfera magica e rarefatta dove arte e mito sembrano incontrarsi, per dar vita ad uno spettacolo indimenticabile. Il film ebbe una candidatura agli Oscar 1976 per i migliori costumi.

Voto:
voto: 4/5

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