venerdì 12 maggio 2017

Misterioso omicidio a Manhattan (Manhattan Murder Mystery, 1993) di Woody Allen

I coniugi Lipton, Larry e Carol, conoscono casualmente i loro vicini di casa, gli House, coppia matura, benestante e senza figli. Quando la signora House muore improvvisamente per un presunto infarto, Carol si convince, in base a una serie di strani particolari, che il marito l’abbia uccisa e coinvolge il riluttante Larry in un’inchiesta privata che, dopo molti colpi di scena, porterà a numerosi sviluppi imprevisti. Tra giallo e commedia, con parecchi risvolti in “rosa”, Woody Allen costruisce un gigantesco omaggio al noir classico degli anni ’40, con una miriade di ammiccamenti e di citazioni, anche gustosissime, in particolare a Hitchcock e Welles. Ricco di dialoghi frizzanti e di battute fulminanti, tra le migliori dell’antologia alleniana degli anni ’90, è anche il primo film dell’autore dopo il brutto pasticcio con Mia Farrow che lo spinse, suo malgrado, sulle prime pagine di tutte le riviste scandalistiche mondiali. Manco a dirlo il grande regista, forte della sua impagabile ironia perfida, non manca di mettere nel film caustiche allusioni al “fattaccio”. E’ una pellicola deliziosa, schietta, divertente, cinefila e citazionista, ricca di gag memorabili, che nel finale s’ingolfa un po’ per una sceneggiatura (scritta da Allen insieme al ritrovato Marshall Brickman) leggermente macchinosa. Ma trattasi di peccati veniali, perché il film fa centro e dimostra che l’autore ha spalle larghe e forti, malgrado l’aspetto macilento. Notevole il cast con Woody Allen, Diane Keaton, Alan Alda, Anjelica Huston, Jerry Adler e Lynn Cohen. La nuova incursione del regista nel mondo del delitto, stavolta filtrata attraverso una prospettiva femminile, è brillante, ma anche ammantata di lunare amarezza: il cinico disincanto di un vecchio marpione di 57 anni che ne ha viste tante e che ha un nuovo doloroso “lutto” da elaborare a modo suo: la dolorosa separazione con la Farrow e la successiva “demonizzazione” pubblica della sua persona.

La frase: "Io non posso ascoltare troppo Wagner, lo sai: già sento l'impulso ad occupare la Polonia"

Voto:
voto: 4/5

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