venerdì 19 maggio 2017

Sogni di donna (Kvinnodrom, 1954) di Ingmar Bergman

Susanne, direttrice di uno studio fotografico, parte per un viaggio insieme ad una delle sue modelle, Doris, per incontrare Henrik, un uomo sposato di cui è innamorata. L’incontro con l’amante si rivelerà molto deludente e, a causa dell’intervento deciso della moglie di lui, Susanne decide di troncare la relazione. Intanto Doris fa la conoscenza di un uomo distinto di mezza età che sembra molto attratto da lei e le fa una corte serrata. Quando la donna sta per cedere alle lusinghe cambierà idea grazie all’incontro con l’avida figlia dell’uomo. Melodramma “a specchio”, di geometrica precisione e di rigorosa compostezza, strutturato, beffardamente, attraverso due storie parallele il cui esito sarà di amara convergenza, a suggello della difficoltà del rapporto di coppia, che è uno dei temi ricorrenti dell’estetica bergmaniana. Lo sguardo registico è ormai saldo e maturo, il tocco è sapido, lo stile è asciutto, e la solidarietà tra i personaggi femminili (uniti nelle ferite) si oppone alla meschinità di quelli maschili, impietosamente descritti come pavidi approfittatori piegati alla tirannia del conformismo sociale. Straordinaria la contrapposizione sistematica tra i momenti drammatici e le scene prive di dialogo, cariche di un profondo silenzio “in divenire”, in un ipnotico gioco di opposti che obbedisce all’antinomia primaria (maschio vs. femmina), declinata attraverso una lunga catena di simbolismi attinenti: possessività vs. passione, razionalità vs. sogno, brutalità vs. sensibilità, sensualità vs. freddezza, solarità vs. cupezza. In una affascinante galleria di chiaro scuri, tra dissolvenze incrociate e variazioni sul tema, l’autore cristallizza in ogni magnifica sequenza il senso profondo di smarrimento esistenziale che è alla base della sua sintassi cinematografica. Uno smarrimento che è dubbio, che è ricerca, che è tormento ma che è, anche, vita. La grazia e la sensualità di Harriet Andersson donano un tocco di giocosa gioia al film.

Voto:
voto: 4/5

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