giovedì 11 maggio 2017

Mariti e mogli (Husbands and Wives, 1992) di Woody Allen

Gabe e Judy sono una coppia apparentemente tranquilla, solida e felice. Un giorno ricevono la visita dei cari amici Jack e Sally, altra coppia storicamente inossidabile, i quali, a sopresa, gli rivelano che hanno deciso di separarsi consensualmente e senza fare drammi. Gabe e Judy cadono nello sconforto e la loro vita sentimentale cambia profondamente, come se la notizia inattesa gli avesse drasticamente aperto gli occhi. Da quel momento lui viene irretito da una sua allieva diciottenne tutto erotismo e cervello, mentre lei è tentata da una tresca con un intellettuale britannico. Intanto Jack e Sally, che in realtà di drammi ne hanno fatti parecchi, dopo numerose scappatelle clandestine decidono di tornare insieme, senza immaginare ciò che hanno inconsapevolmente avviato. Spudorata e frenetica commedia corale di Allen, con tanti personaggi (ben 42!), di cui sette principali, e un festival nevrotico di coppie che scoppiano, litigano, si tradiscono o magari si ricompongono per indolente vigliaccheria. Sotto la lente al vetriolo del regista newyorkese c’è la coppia e i suoi delicati equilibri interni, in questo caso privata del contesto familiare e di una collocazione sociale, ma vista come entità astratta da mettere sulla graticola. Non tutto funziona a dovere in un film disomogeneo, amaro e spesso nevrotico, con dialoghi serrati e momenti caotici che inducono un confuso straniamento (forse voluto?) nello spettatore. Lo stile documentaristico e le riprese con camera a mano del nostro Carlo Di Palma (per stare al passo con il vorticoso ping pong di discorsi), danno a volte il sentore di una maldestra sciatteria nella messa in scena. La sensazione generale è che il lavoro di scrittura sia stato, stavolta, meno brillante e rigoroso che in passato. Anche i personaggi sono ritratti in modo altalenante, con quelli femminili nettamente più caratterizzati e interessanti dei corrispettivi maschili. Notevole il cast con Woody Allen, Mia Farrow, Juliette Lewis, Blythe Danner, Judy Davis, Liam Neeson e Sydney Pollack. Questo è stato l’ultimo film di Mia Farrow con Woody Allen, che subito dopo furono travolti dal clamoroso scandalo sessuale (la relazione di lui con la giovane figlia adottiva di lei, Soon-Yi Previn), che portò alla burrascosa fine della loro relazione amorosa e, anche, del lungo sodalizio professionale (dieci anni e tredici film insieme). E’ un’opera caotica, ripetitiva e monocorde, che contiene tutte cose che Allen ha già detto (e decisamente meglio) in passato.

Voto:
voto: 3/5

Nessun commento:

Posta un commento