domenica 28 maggio 2017

Lassù qualcuno mi ama (Somebody Up There Likes Me, 1956) di Robert Wise

Rocco Barbella detto Rocky Graziano, turbolento ragazzo italoamericano cresciuto tra i riformatori e le strade violente dell'East Side di New York, intraprende la carriera di pugile per guadagnarsi un riscatto sociale. Il matrimonio con Norma e la nascita di una bambina sembrano aiutare il grintoso Rocky nella sua ascesa sportiva, ma il suo doloroso passato di piccoli crimini e colpi di testa è sempre in agguato, pronto a ghermirlo e a riportarlo nel baratro oscuro da cui il nostro cerca disperatamente di fuggire. Ci vorrà tanta fatica e tanta forza di volontà per arrivare in cima, al titolo mondiale dei pesi medi. Vibrante dramma pugilistico di Wise, liberamente ispirato alla biografia del vero Rocky Graziano, e diretto con piglio nervoso e ritmo teso all'insegna di un ruvido ritratto ambientale della Little Italy degli anni '40, efficacemente ricostruita dalle splendide scenografie di Cedric Gibbons, Malcolm Brown, Edwin B. Willis e F. Keogh Gleason, premiate con l'Oscar insieme alla fotografia di Joseph Ruttenberg. Indebolito da qualche eccesso romantico di troppo, ha il suo tallone d'Achille più evidente nel protagonista Paul Newman, indubbiamente bravo e volitivo nella sua recitazione tutta muscoli e Actors' Studio, ma poco credibile nel ruolo di un italiano, sia per fisicità sia per i modi sia per l'accento. Questo palese miscasting (il ruolo era stato inizialmente pensato per James Dean, che però morì tragicamente e improvvisamente in un incidente) crea un'evidente stonatura tra le atmosfere del film ed il suo protagonista. Tra i tanti film americani sulla boxe è uno dei più sopravvalutati in assoluto.

Voto:
voto: 3,5/5

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