martedì 16 maggio 2017

Hollywood Ending (Hollywood Ending, 2002) di Woody Allen

Val Waxman, regista nevrotico e in pieno declino, è stato bandito dalle major, nonostante abbia vinto due Oscar in carriera, a causa delle sue tante manie compulsive e del suo carattere spigoloso. Lasciato anche dalla moglie, che gli preferisce un produttore di successo, il nostro si è ridotto a girare piccoli spot pubblicitari, schiacciato dall’ombra del suo glorioso passato. Quando la ex moglie gli procura un ritorno in grande stile come regista di un grosso film prodotto dal suo nuovo compagno, Waxman diventa vittima di una cecità isterica e si trova costretto a dirigere la pellicola da non vedente, cercando di non farsi scoprire. Commedia minore di Allen, che parte da uno spunto totalmente inverosimile (un regista cieco che dirige un film senza che gli altri se ne accorgano) per tracciare una tagliente satira farsesca, ricca di elementi autobiografici, contro l’odiata Hollywood, vista dal nostro come la nemesi naturale della più colta New York. Accolto malissimo in patria e, come al solito, un po’ meglio nella vecchia Europa, è un’opera insipida, innocua e difficilmente difendibile alla luce di una sceneggiatura fragile, di personaggi scritti in modo approssimativo e di una recitazione generalmente scialba, a parte la buona prova di Tea Leoni. Allen appare ormai vecchio e stanco per fare ancora l’attore protagonista e parecchie sue scene destano un fastidioso senso di triste imbarazzo. Il senso ultimo del film (il cui titolo ambiguo è forse la cosa migliore) vorrebbe essere che chiunque (persino un cieco) può far film a Hollywood, ma la vis satirica appare ormai un ricordo sbiadito di tempi migliori e la critica sarcastica non riesce mai realmente a graffiare. Manca lo scatto, manca l’agilità, manca la leggerezza illuminata, i momenti comici sanno di déjà vu e tutto si sofferma ad una blanda superficialità. E’ un film che nulla aggiunge alla carriera dell’autore, anzi apre inquietanti scenari di generale scarsezza di idee.

Voto:
voto: 2,5/5

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