mercoledì 31 maggio 2017

Scarpette rosse (The Red Shoes, 1948) di Michael Powell, Emeric Pressburger

La giovane ballerina Vicky Page è combattuta tra l’amore per il compositore Julian Craster e quello per la danza, dove la nostra eccelle grazie alla guida esperta del direttore Boris Lermontov che stravede per le sue qualità. Lermontov sottopone Vicky ad un duro allenamento e ad una ferrea disciplina, facendola diventare una stella di prima grandezza come protagonista del balletto “Scarpette rosse”, tratto da una favola di Andersen. Per amore di Craster Vicky si lascia convincere di abbandonare il suo maestro e il ballo, ma poi si pente amaramente e, identificandosi totalmente con il suo personaggio, si arrende alla sua ultima danza. Splendido melodramma fiammeggiante della coppia Powell e Pressburger, emozionante, raffinato, a tratti poetico, romanticamente sognante ma mai ingenuo, intimamente feroce, visivamente ricchissimo e denso di inventiva nell’utilizzo espressivo dei colori o nei movimenti di macchina avvolgenti che inducono una dimensione da fiaba onirica. E’ il film più famoso e di maggior successo dei due autori, un cult adorato da intere generazioni di spettatori, cinefili e registi e che viene unanimemente considerato come il miglior film sul mondo del balletto della Storia del Cinema. Sperimentale e vertiginoso, anticonvenzionale e commovente, un po’ incanto e un po’ incubo, appassionò e sconvolse il pubblico per la potenza crudele del suo messaggio: l’arte può condurre alla morte se vissuta con totalizzante intensità emotiva. Abilissimo nel miscelare i toni della narrativa popolare con un suggestivo uso del fantastico, che trova il suo tripudio nelle splendide sequenze di ballo surreali in cui arte e vita si confondono vicendevolmente, sa porre, quasi profeticamente, questioni ancora attualissime come il contrasto tra amore e carriera. Vinse due Oscar (scenografia e colonna sonora) e si avvale di un cast (Moira Shearer, Anton Walbrook e Marius Goring) in cui ogni pedina è collocata al posto giusto. E’ un capolavoro senza tempo che non ha perso un grammo della sua forza espressiva, capace di incantare e di inquietare oggi come allora.

Voto:
voto: 5/5

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