mercoledì 31 maggio 2017

Femmina folle (Leave Her to Heaven, 1945) di John M.Stahl

Ellen Berent, giovane e bella ereditiera, si invaghisce dello scrittore Richard Hartland e, in breve tempo, lo seduce e lo sposa. Dopo i primi tempi sereni e felici, la donna inizia a rivelare un carattere nevrotico e possessivo, attraverso un insano sentimento di gelosia morbosa sempre crescente che la spinge ad eliminare tutti quelli che la sua mente disturbata individua come possibili “rivali” nel rapporto con il marito. Giunta all’apice della sua follia distruttiva, Ellen concepisce un diabolico piano per darsi la morte ma far ricadere la colpa su un’altra donna, che lei vede come vittima da colpire nel suo delirio. Celebre melodramma psicologico degli anni ’40, carico di malia oscura, fascino perverso, atmosfere torbide, un modello di cinema dei cattivi segmenti che spesso sconfina nel thriller. Il suo impatto selvaggio e la sua estetica delirante (riassunta nella fotografia “distorta” di Leon Shamroy, premiata con l’Oscar) ne decretarono il successo di pubblico, ma il vero punto di forza è la straordinaria interpretazione di Gene Tierney, bella da fare male e spaventosamente credibile nel suo ruolo eccessivo. Leggenda vuole che la Tierney avesse realmente avuto, nella sua vita, problemi di salute mentale, al punto da doversi addirittura ricoverare per un certo periodo. Da questa drammatica esperienza personale l’attrice ha sicuramente tratto molti elementi da utilizzare nella sua scioccante interpretazione in Femmina folle. Completano il cast Cornel Wilde, Jeanne Crain e Vincent Price. Due i punti deboli più evidenti dell’opera: l’inviluppo della trama finisce per aggrovigliarsi in eccessi poco credibili e la fragile presenza scenica del partner maschile Cornel Wilde che non riesce a giustificare in alcun modo la sconsiderata attrazione della donna nei suoi confronti. Si sa che l’amore è cieco ma a tutto c’è un limite. Va poi steso un velo pietoso sul banalissimo titolo italiano che disperde totalmente la tragica bellezza dell’originale.

Voto:
voto: 3,5/5

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