giovedì 25 maggio 2017

Per qualche dollaro in più (Per qualche dollaro in più, 1965) di Sergio Leone

Un formidabile pistolero senza nome soprannominato “il monco”, sigaro in bocca, sguardo di ghiaccio, poche parole e poncho sulle spalle, si unisce al colonnello Mortimer, ex ufficiale sudista adesso cacciatore di taglie, per dare la caccia allo spietato criminale psicopatico detto “el Indio”. Quando “il monco” scopre che le motivazioni di Mortimer sono legate ad una vendetta personale (“el Indio” ne uccise barbaramente la sorella per puro piacere sadico) lo aiuta nello scontro con la banda del fuorilegge, ma sceglie di farsi da parte nel duello finale contro l’odiato nemico, arbitrandone le sorti. Secondo western di Leone e secondo capitolo della così detta “trilogia del dollaro”, fu un enorme successo di pubblico in tutto il mondo (campione d’incassi italiano nella stagione 1965-66), bissando i fasti del folgorante esordio Per un pugno di dollari. Rispetto al capitolo precedente ripropone gli stessi personaggi, con Clint Eastwood nei panni del letale pistolero senza nome che lo ha reso celebre, diventando l’icona dello spaghetti western, e Gian Maria Volonté di nuovo cattivissimo antagonista, aggiungendo però l’ottimo Lee Van Cleef che ha la faccia giusta per il western sporco e ruvido di Sergio Leone. E’ un film eccessivo e barocco, non esente da compiacimenti manieristici, più complesso nella trama e meno violento del famoso predecessore, più solido e denso nello stile, ormai consolidato, che irride la vecchia mitologia fordiana e incornicia la cupa decadenza di un mondo brutale in un cinico universo astratto che tende al surreale. Memorabile il duello finale, scandito dal suono dell’orologio carillon, e straordinarie le musiche di Ennio Morricone, che sono un autentico protagonista aggiunto alla pellicola, in perfetta simbiosi con la forza evocativa delle immagini. Viene generalmente considerato inferiore a Per un pugno di dollari, ma è profondamente diverso ed i suoi pregi, che sono indubbi, lo collocano nel medesimo campo da gioco. Scritto da Luciano Vincenzoni e Sergio Donati, insieme a Sergio Leone, si avvale anche di una eccellente schiera di caratteristi e di attori in seconda linea, tra cui spiccano Mario Brega e Klaus Kinski nei panni di un gobbo nevrotico.

La frase: "Colonnello, prova con questa. Indio, tu il gioco lo conosci."

Voto:
voto: 4/5

Nessun commento:

Posta un commento