martedì 30 maggio 2017

Fuga per la vittoria (Victory, 1981) di John Huston

A Parigi, nel 1943, durante l’occupazione nazista, un generale tedesco, grande appassionato di calcio, organizza una partita tra la nazionale teutonica ed una rappresentativa di prigionieri alleati, principalmente composta da inglesi, canadesi e americani. Lo scopo dell’ufficiale è ovviamente propagandistico, per dimostrare pubblicamente la superiorità ariana rispetto a tutti gli altri popoli. Gli alleati raccolgono prontamente la sfida e si allenano alacremente sotto la guida del Cap. John Colby, ex calciatore di talento che ha persino militato nella nazionale inglese. La resistenza francese approfitta dell’evento per preparare un complesso piano che consentirà la fuga di tutti i prigionieri alleati partecipanti all’incontro, attraverso un tunnel scavato sotto lo spogliatoio degli ospiti che verrà aperto alla fine del primo tempo, durante l’intervallo. Nel fatidico giorno della partita gli alleati lottano in campo come leoni, ma la migliore preparazione tecnico tattica dei germanici sembra avere la meglio. Il primo tempo si chiude 4-1 per i tedeschi, con gli alleati che però hanno un incoraggiante accenno di reazione nel finale. Durante l’intervallo, di fronte al tunnel ormai aperto che conduce alla libertà, alcuni tra i calciatori alleati vengono colti da un atroce dubbio: scappare e darla vinta ai tedeschi o tornare in campo per dimostrare fino in fondo il loro valore ? Appassionante e divertente film sportivo di John Huston, liberamente ispirato ad un reale evento analogo accaduto a Kiev nel 1942 tra una rappresentativa di soldati tedeschi ed una di calciatori della Dynamo, fu un grande successo di pubblico anche grazie alla presenza nel cast di attori famosi (Sylvester Stallone, Michael Caine, Max von Sydow) ed ex grandi divi del calcio (Pelé, Bobby Moore, Osvaldo Ardiles). E’ un abile concentrato un po’ ruffiano di retorica sportiva, sentimenti edificanti, stereotipi bellici, eroismo dozzinale e tutta la suspense accattivante tipica delle pellicole sulle evasioni. E’ un’evidente “vacanza” del grande regista americano nel cinema commerciale di largo richiamo, con qualche evidente problema di miscasting per sfruttare l’onda lunga del successo di Rocky (Stallone nel ruolo del portiere fa tenerezza ma non si può proprio tollerare!). Però il film è effettivamente divertente, garantisce un gradevole intrattenimento e trova il suo massimo tripudio nelle splendide sequenze della partita, che entusiasma davvero grazie alle giocate degli assi del pallone. Memorabile la scena, al rallenty, della rovesciata finale di Pelé, che leggenda vuole fu girata una volta sola (buona la prima!). Enfatiche e trionfali, come al solito, le musiche di Bill Conti per una pellicola in cui le emozioni vere non arrivano dal cinema ma dal calcio.

La frase: "Hatch, se scappiamo ora, perdiamo più che una partita."

Voto:
voto: 3,5/5

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