mercoledì 31 maggio 2017

Z - L'orgia del potere (Z, 1969) di Costa-Gavras

In un imprecisato paese mediterraneo, dove vige una pseudo democrazia che in realtà nasconde metodi dittatoriali, un deputato dell’opposizione di sinistra viene assassinato in un finto incidente automobilistico. Il complotto è stato organizzato a regola d’arte da esponenti della polizia che si sono serviti di una organizzazione di estrema destra per commettere l’omicidio. Lo zelante magistrato che si occupa delle indagini fiuta subito il marcio, si batte come un leone contro i tentativi di insabbiamento che arrivano dall’alto e, con l’aiuto di due testimoni, incrimina alti rappresentanti delle istituzioni statali, sollevando un polverone che ricopre di scandalo persino il governo. Ma riuscirà davvero a far prevalere la giustizia ? Dal romanzo del 1966 di Vassili Vassilikos, Costa-Gavras ha tratto un oscuro apologo sui mali del potere, appassionante e teso, girato abilmente “all’americana” con tensione martellante, effetti spettacolari e stacchi di montaggio per favorire il ritmo dell’azione. Nonostante questo i contenuti sono tutti assimilabili al cinema europeo, con scandaglio psicologico, lettura critica della storia, perfida analisi sociale, attenzione al dettaglio, interpretazioni introspettive. Fu un grande successo di pubblico e critica, lodato e celebrato, e vinse molti premi importanti: due Oscar (miglior film straniero e montaggio) e due premi al Festival di Cannes (il Premio della giuria e quello alla miglior interpretazione maschile per Jean-Louis Trintignant). Grande il cast con Yves Montand, Irene Papas, Jean-Louis Trintignant, Jacques Perrin, Charles Denner ed il nostro Renato Salvatori. Viene unanimemente considerato uno dei modelli più alti del cinema politico, eppure c’è la chiara sensazione che qualcosa di artistico si perda nell’efficace analisi “a tesi” portata avanti come un treno nella notte dal regista, che si è chiaramente ispirato al golpe greco del 1967 ed alla successiva repressione portata avanti dalla così detta “dittatura dei colonnelli”. L’enfasi della denuncia è così evidente da superare, a volte, i livelli di guardia. Probabilmente un approccio più surreale e visionario (alla Petri, per intenderci) avrebbe giovato. Resta comunque un importante documento storico e politico di indiscutibile forza e legittimità etica. Il titolo originale (la lettera Z) vuol suggerire (in assonanza dal greco antico) la frase “lui è vivo”, alludendo all’omicidio del deputato, chiaramente ispirato alla figura di Gregoris Lambrakis, politico di sinistra ucciso a Salonicco da militanti della destra nel 1963.

Voto:
voto: 4/5

Nessun commento:

Posta un commento