lunedì 1 dicembre 2014

Inferno (Inferno, 1980) di Dario Argento

Rose, poetessa newyorkese, acquista un antico manoscritto dal quale apprende l'antico  segreto delle tre madri (Mater Tenebrarum, Mater Lacrimarum e Mater Suspiriorum), ovvero tre terribili streghe per le quali l'alchimista Varelli ha costruito tre dimore: una a New York, una a Roma ed una a Friburgo. Spaventata dal libro e convintasi che il palazzo in cui abita è proprio quello della crudele Mater Tenebrarum, scrive al fratello, che vive a Roma, per chiedere aiuto: sarà l'inizio di un bagno di sangue. Dopo il successo internazionale di Suspiria Argento consolida la sua incursione nell'horror puro con questo surreale gotico postumo che riprende, ampliandola, la tematica del predecessore: è infatti evidente che la Mater Suspiriorum, qui nominata, altri non è che la vecchia strega di Suspiria. Conturbante nelle atmosfere ed esteticamente pregevole, enfatizza ulteriormente la sperimentazione sull'uso dei colori saturati già vista in Suspiria e costruisce, tra Roma e New York, un mondo fantastico tanto arcano quanto inverosimile. Nonostante diverse cadute di stile ed una sceneggiatura esile e prevedibile, vanno salvate alcune sequenze di grande effetto (quella acquatica su tutte) e l'utilizzo straniante delle musiche, in particolare il "Va, pensiero" di Verdi, che si affianca all'incisivo score originale composto da Keith Emerson. Da segnalare la collaborazione del grande maestro Mario Bava, come assistente alla regia e supervisore degli effetti speciali, che morirà subito dopo la fine del film. E' un'opera minore nella filmografia del regista.

Voto:
voto: 3/5

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