Nella piccola cittadina californiana di Woodsboro un sanguinario serial killer, con maschera ispirata a "L'urlo" di Munch, perseguita telefonicamente le sue vittime e poi le fa a pezzi a colpi di coltello. La giovane Sidney (Neve Campbel) ritiene che l'assassino sia lo stesso che ha ucciso sua madre un anno prima e inizia ad indagare insieme a una giornalista rampante ed al vicesceriffo locale. Formidabile thriller di Wes Craven, già padre di Nightmare e dell'icona horror Freddy Krueger, che rinnova un genere ormai esausto, lo slasher, omaggiandone il creatore (John Carpenter) ma rinverdendolo con una potente iniezione di ironia nera, azione sanguinosa e momenti shock di grande impatto. Senza prendersi mai troppo sul serio questo eccellente thriller gioca abilmente con tutti gli stereotipi del genere, prendendoli in giro (le famose regole per sopravvivere in un film horror costantemente declamate) e portandoli in una nuova direzione, affine al metacinema, che strizza l'occhio ai giovani cinefili incalliti e che diverrà sempre più marcata nei successivi tre sequel, ovviamente inferiori al capostipite ma tutti ben assestati su un livello dignitoso. La giovane Neve Campbell non riuscirà più a smettere i panni di Sidney Prescott nel cuore del pubblico. Memorabile il cameo iniziale di Drew Barrymore nel ruolo della vittima del primo efferato omicidio, divenuto l'icona della saga. Nel panorama inflazionato, e spesso patetico degli horror, questo è uno di quelli fondamentali.
La frase: "Qual è il tuo horror preferito?"
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