lunedì 29 marzo 2021

Under the Silver Lake (2018) di David Robert Mitchell

Il giovane Sam è uno sfaccendato di Los Angeles che, nonostante l'incombente rischio di sfratto, si trastulla tra incontri di sesso occasionale e la decifrazione di codici misteriosi occultati nelle canzoni, nei fumetti, nei video giochi, nei programmi televisivi o negli spot pubblicitari. L'incontro con la bella biondina Sarah, dallo sguardo languido e apparentemente carico di "promesse", lo scuote dal suo tedioso torpore esistenziale e, quando lei sparisce senza lasciare traccia, si metterà, disperato, alla sua ricerca in una "città degli angeli" carica di enigmi inquietanti. Uno strambo autore di fumetti, che vede complotti segreti dietro ogni angolo, lo aiuterà nelle ricerche, a mano a mano che il mistero diventa sempre più fitto. Stravagante thriller del promettente regista David Robert Mitchell, una produzione indipendente e di nicchia che esplora, con stile patinato e sguardo irriverente, il mondo delle leggende metropolitane attraverso la vivisezione fantasiosa delle più disparate forme della cultura pop. Dando fondo al suo talento visivo l'autore realizza un affascinante pastiche di generi, tra il mistery esoterico, l'horror fantastico e la dark comedy, abbondando in situazioni grottesche, personaggi bizzarri, rebus arcani e domande senza risposta, senza prendersi mai troppo sul serio. Parossistico e citazionista fino all'esasperazione, è un film onnivoro e follemente vagabondo (come il suo protagonista) attraverso una giungla urbana di codici, segni, tentazioni, incubi e riferimenti eterogenei, impunemente accostati tra loro come in un trip allucinato, inseguendo le passioni giovanili e le influenze, ora "sacre" ora "profane", del suo autore. Scorre agilmente e regala diversi momenti di ottima suspense, nonostante la lunga durata, ma dà anche la sensazione di un effettismo troppo cervellotico nella costante ricerca di creazione dell'incubo "perfetto", da sovrapporre a quelli dei tanti modelli ispiratori da cui attinge a man bassa. E il ricercarli tutti nel labirinto di immagini del film potrebbe essere uno stimolante "gioco" per i cinefili più "competitivi". Presentato in Concorso al 71° festival di Cannes, ha lasciato interdetti pubblico e critica, passando totalmente in sordina sia in America che nel nostro paese, dove ha avuto una distribuzione praticamente inesistente. Ma ha tutti gli elementi per diventare un piccolo cult del cinema underground, specialmente per il pubblico più giovanile (o più nerd). Andrew Garfield è molto convincente nei panni del protagonista e la sexy Riley Keough brilla di luce propria ogni volta che appare in scena.
 
Voto:
voto: 3,5/5

Nessun commento:

Posta un commento