L'incontro casuale tra l'autista Frank Sheeran e il boss mafioso Russell Bufalino cambia per sempre la vita del primo, che accetta di entrare nei ranghi del crimine come fedele "soldato" che si occupa dei lavori "sporchi". Bufalino è entusiasta della lealtà di Sheeran e lo introduce in un giro più grosso, presentandolo al famoso (e controverso) leader sindacale Jimmy Hoffa. Ammaliato dal carisma di Hoffa, istrionico affabulatore e uomo di grande stile, Sheeran ne diventerà in breve consigliere, amico e guardia del corpo. Epopea criminale intimistica e malinconica, larga nei tempi, densa nei contenuti e asciutta nei toni. Magnifico compendio auto-celebrativo di una carriera (quella, straordinaria, di Martin Scorsese), di un discorso storico e sociale (quello sul crimine) e di un'analisi antropologica (la violenza come forma espressiva inevitabile dell'agire umano). E' un film maturo e riflessivo girato con tecniche moderne ma con l'antico cuore di una volta, con lo spirito illuminato e libero di quei grandi Maestri della "New Hollywood" che magnificarono la settima arte negli anni '70 con racconti magniloquenti e coraggiosi, portando in scena gli orrori umani sotto forma di epica grandiosa, facendo nascere moderne mitologie impregnate di critica sociale e impegno civile. Le atmosfere sono diverse rispetto ai film del passato, la ferocia cede il passo ad una disincantata saggezza perchè adesso Scorsese, più che mostrare, ha la necessità di riflettere, di comprendere (pur senza mai giustificare), di tracciare insieme un bilancio ed un commiato verso quei gangster che hanno segnato una buona parte della sua filmografia. E', quindi, anche un film mortifero di fantasmi e sepolcri imbiancati, un'elegia amaramente tragica sulla vecchiaia e sulla colpa, sorretta, tra le righe, da un lucido filo morale giammai invadente o paternalistico. Ma, piuttosto, rasserenato e perentorio. Purtroppo è uno di quei grandi film di una volta che ormai non si fanno più, e che senza Netflix, probabilmente, non avrebbe mai visto la luce, perchè poco affine alle imperanti logiche attuali del profitto massimizzato. Già solo per questo andrebbe visto da tutti, e, ovviamente, in sala. Ispirato al racconto "L'irlandese. Ho ucciso Jimmy Hoffa" di Charles Brandt, sulla vita del vero Frank Sheeran, il film ha avuto dieci nomination agli Oscar ma non ha portato a casa nessun premio. Cast stellare con Robert De Niro, Al Pacino, Joe Pesci, Harvey Keitel, Ray Romano e Anna Paquin. Per De Niro è stata la nona collaborazione con Scorsese regista, invece per Pacino è stata la prima. Notevoli gli effetti speciali in CGI che hanno permesso il ringiovanimento facciale degli attori nei numerosi flashback che si snodano in un arco temporale di circa 40 anni. Al di là di nostalgie e sentimentalismi verso il cinema del passato, questo è un capolavoro tutto nuovo che consolida e riafferma l'immagine dell'ultimo Scorsese come un regista, tra i più grandi di tutti i tempi, che ha ancora moltissimo da dire. Per fortuna.
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