Secondo capitolo delle truci avventure del killer John Wick, che non riesce proprio ad uscire dal giro criminale e starsene tranquillo nella propria casa. Stavolta viene tirato di nuovo in ballo dal giovane gangster rampante Santino D'Antonio che vuole scalzare la sorella dal comando della camorra italiana e quindi contatta il nostro antieroe per commissionarne l'omicidio. John non intende accettare ma sarà costretto dagli eventi e da un vecchio pegno d'onore contratto con il viscido italiano. Una volta sbarcato a Roma il sangue scorrerà nuovamente a fiumi e tutti i limiti saranno superati. Visto l'inatteso successo del primo film era quasi inevitabile che venisse dedicato un franchise al tenebroso e letale killer newyorkese interpretato da Keanu Reeves, che parla poco e spara molto. Si viaggia sulla falsa riga del predecessore, con più azione, più massacri, più personaggi ed una maggiore varietà di ambientazioni, impreziosite dalla bellezza delle location romane. Nonostante l'ottimo riscontro al botteghino, ancora superiore rispetto al capitolo uno, va però detto che ci troviamo di fronte ad un film meno riuscito, che ragiona più per accumulo di sequenze spettacolari che per una reale (e meno che mai originale) idea narrativa o stilistica. Ci si deve quindi accontentare di qualche lampo di luce riflessa, anche se vengono posti dei nuovi importanti tasselli per consolidare l'affascinante universo di quest'ordine criminale segreto gestito da un'unica organizzazione onnipotente (la Gran Tavola) e regolato da leggi efferate ed antichi codici tribali, dal gusto esoterico. Squadra che vince non si cambia e quindi ecco il ritorno del cast al completo, a cui si aggiunge il carismatico Laurence Fishburne (che torna a far coppia con Keanu Reeves dopo la trilogia di Matrix), l'australiana Ruby Rose ed i nostri Riccardo Scamarcio e Claudia Gerini, che, manco a dirlo, costituiscono l'anello debole della catena. Rispetto alla pellicola precedente qui si vira più decisamente verso il videogame, con un costante aumento del glamour e dell'ironia, a fare da effetto lenitivo per l'incessante azione violenta. Per chi ha apprezzato il precursore il divertimento sarà comunque assicurato.
Voto:
Nessun commento:
Posta un commento